Solenoide, Mircea Cărtărescu, Il Saggiatore, 944 pagg., 24,00 euro
Con Solenoide Mircea Cărtărescu realizza un’opera monumentale: un tuffo di novecentotrentasette pagine nell’abisso interiore del suo protagonista, alla ricerca del senso profondo della vita. Un insoddisfatto insegnante di lettere, alter ego dello scrittore rumeno, trascorre la sua surreale esistenza nella Bucarest cupa e infelice di fine Settanta, anni dell’annichilente dittatura di Nicolae Ceausescu. Chiuso nella sua casa “a forma di nave” del quartiere rom, tra edifici fatiscenti e tram fantasma, egli ci racconta, con una sintassi virtuosa, a tratti ingegneristica (il solenoide è una bobina di filo conduttore a forma cilindrica usato per gli studi elettromagnetici), l’isolamento, la nostalgia, la paura, il desiderio di fuga da un’esistenza privata del libero arbitrio e impotente di fronte al mondo. Costruito su più livelli: realistico, esistenziale e metafisico, il romanzo si avventura in un universo ‘altro’ popolato da decine di personaggi eccentrici e di situazioni talmente assurde da apparire reali. L’abbandono della regolarità sintattica e la non linearità della trama rendono il testo originale e multiforme, dall’approccio impegnativo se ne consideriamo la mole, ma con uno stile che riesce a donare alla lettura una piacevole scorrevolezza. (M. Bonalumi)
Antonio, Beatriz Bracher, Utopia Editore,192 pagg. 19,00 euro
Benjamin sta per diventare padre. È l’imminente nascita del piccolo Antonio, con il conseguente passaggio dalla dimensione di figlio a quella di genitore, a spingerlo a interrogarsi sulle sue origini e a riscoprire la figura di un padre perduto troppo presto. Il volto del defunto Teodoro prenderà corpo attraverso le parole delle persone che lo hanno accompagnato nelle varie fasi della sua vita: un amico di gioventù, Raul, sua madre Isabel, malata terminale, e l’anziano Haroldo, amico di suo padre, Xavier. Quello che il lettore scoprirà accompagnando il protagonista in questa narrazione polifonica è che in realtà Benjamin è lui stesso. È a lui infatti che si rivolgono i tre io narranti che con punti di vista a volte complementari, a volte in opposizione, ricostruiscono la figura di un uomo fragile e contraddittorio, in una narrazione corale che per i toni e i temi trattati riecheggia la tragedia greca con un chiaro rimando, in particolare, all’Edipo Re. Antonio, però, è molto più di un racconto familiare: è un quadro doloroso e spietato della storia del Brasile dagli an-ni ’70 a oggi, un’occasione lucida e profonda per raccontare l’umano e la sua difficile ricerca di un equilibrio tra ideologia e necessità. (M. Farina)
Il parlamentare, John Galt, Edizioni Paginauno, 206 pagg., 18,00 euro
Il parlamentare di John Galtè un capolavoro di arguzia oltre che una critica devastante del valore della sovranità politica quando il deputato si trova a scegliere tra l’interesse della comunità che rappresenta e l’interesse personale. Il protagonista è Archibald Jobbry, un ex-funzionario imperiale in India, tornato in Inghilterra con un discreto patrimonio da investire. Decide così di accettare la proposta di acquistare il seggio di un deputato ormai stanco di vivacchiare in Parlamento. È in questo modo che prende avvio il romanzo che, oltre a rivelarsi una satira pungente, è un insuperabile studio sulla corruzione del Parlamento inglese pre-riforma (1832), capace di sorprendere per la sua attualità. Il lettore non faticherà a riconoscere tra le righe gli stessi mali che, a partire dal 1861, affliggono anche la politica italiana. (Milton Rogas)