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Home Cultura Cinema

Zona franca – numero 66

Andrea Cocci by Andrea Cocci
10 Febbraio 2020
in Cinema
0
Zona franca – numero 66
  • (Paginauno n. 66, febbraio – marzo 2020)

Ammore e malavita, regia dei Manetti Bros., 2017

Dopo il deludente e sconclusionato Lo Spietato, ho pensato che non si può far risorgere il cadavere del poliziottesco. Così, appena vista la locandina di Ammore e malavita (con quelle due M che fanno subito pensare a commediola scema per idioti tra i 15 e i 50) ho sorriso: ci risiamo! Però poi ho visto che era targato Manetti Bros., che (secondo me) sono due tra i pochi registi italiani che, dagli anni ’90 a oggi, sempre navigano con fierezza nel semi-mainstream, così gli ho dato una chance. Senza pentirmi. Tra il musical pecoreccio, musical impegnato, commedia idiota e poliziottesco à la Merola (è un [sotto]genere a parte), i Manetti dimostrano ancora una volta che con tante idee, voglia di divertirsi e non troppi soldi si possono produrre opere più che dignitose. Sebbene odi il musical, ho trovato sapiente l’utilizzo degli intermezzi canorodanzerecci, dosati con parsimonia (ci sono molti più dialoghi che canzoni) e ben incastonati. Non un capolavoro, ma molto mejo dell’80% della robaccia oggi nelle sale cinematografiche. Personalmente, quando gusto un prodotto nostrano, conscio che all’estero nessuno avrebbe potuto fare una cosa simile… rimango totalmente appagato. Sono robe nostre che possiamo fare solo noi… perché sono noi. Che dramma bipolare, essere italiani…

Oblivion, regia di Joseph Kosinski, 2013

Tom Cruise è carismatico, capace, piacevole da guardare e… autoreferenziale. Da decenni incarna l’Eroe che, da solo, fa il cu… ai cattivi e vince salvando il mondo (anche quando suddetto pianeta non è in pericolo). Sono perfetto e invincibile; mi si presenta un problema? Lo risolvo rimanendo immutato, perché sono l’immutabilità resa Dio con sembianzeumane. Sembrerò approssimativo ma la penso così; che sia una commedia o un action movie, Tom Cruise interpreta sempre Tom Cruise che interpreta se stesso nel ruolo di Tom Cruise; un calcio sui co… al post postmodernismo; da far impallidire Pynchon, da far colorare di marrone DeLillo. Oblivion è una variazione di percorso. Punto forte del film? C’è Tom Cruise che è uno scienziato infallibile, con gli addominali, che di lavoro fa lo scienziato Top Gun (!) ed è fico, e vola, e fa… Tom Cruise. Dopo mezz’oretta di Tom Cruise, il regista ci dice: “Bene! Ora che abbiamo dato a Tom Cruise la possibilità di ampliare ulteriormente la mastodonticità di se stesso… sai che c’è? Raccontiamo una storia vera, pregna di spunti di riflessione per i comuni mortali!” E i restanti 90’ sono da brivido. Denso, multistrato; da vedere più di una volta.

Oscar insanguinato, regia di Douglas Hickox, 1973

Grazie al saggio Bianco, Bret Easton Ellis mi ha ricordato questa perlina che da ragazzino avrò affittato in VHS decine di volte. Cosa desiderare di più che avere sullo schermo Vincent Price in forma smagliante, nei panni di un attore shakespeariano decaduto che, inscenato il proprio suicidio, si nasconde in un vecchio teatro e forma un esercito di barboni pronti a servirlo, con lo scopo di vendicarsi di ognuno dei critici che negli anni d’oro lo stroncarono senza pietà?! Commedia horror grottesca a tinte forti che rivista oggi fa sorridere (come se all’epoca avesse voluto suscitare altre emozioni) ma che ora, più che mai, merita di essere rivalutata. Purtroppo torno sempre lì, cristallizzato nella nostalgia di un cinema che non c’è più e che tuttavia continua a regalare emozioni. Ci sono grandi attori che non hanno nulla da invidiare alle glorie del passato… il problema è che se prendi un ottimo attore e anziché metterlo al servizio della settima arte lo butti nell’entertainment più becero… avoja a fa’ le grandi proved’attore. Oscar insanguinato è un film godibilissimo che raggiunge picchi d’intensità grazie all’istrionico attore protagonista… che era e sempre sarà un gran paracu… Uno tra i più grandi della serie B. Oggi ci sono solo la A o la Z. Documento storico.

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