Fino a che punto siamo capaci di cogliere il senso autentico di una canzone?
È una sorta di contagio, una stratificata sindrome da karaoke: prendi un brano di successo e affidalo a cantanti da cerimonia, banalizzalo attraverso tributi o prime serate tv. Una maledizione che ha colpito in serie l’iper-medializzata Donna cannone degregoriana; L’anno che verrà di Lucio Dalla – idiotizzata a ogni countdown televisivo di fine anno –; La cura di Battiato. La stessa sorte è toccata a Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano, canzone polemica e un filino metafisica, assunta in gruppo come inno resistenziale durante la pandemia (quale immonda retorica!), come inno alla gioia elettorale nei comizi di Fratelli d’Italia (sic!), come pubblicità della LIDL e come coro da stadio dei tifosi del Crotone. Che cosa ascoltiamo quando ascoltiamo una canzone? Fino a che punto siamo capaci di coglierne il senso autentico? Ai posteri, se ci saranno, l’ardua sentenza…
Ma il cielo è sempre più blu esce ab origine come singolo. Nel 1975, cioè tra primo e secondo album del cantautore pugliese. Fosse stato un libro di questi tempi si sarebbe definito un instant book di mezza estate. Il bestiario italioide di mezza estate del dadaista apparente Rino Gaetano è però tutt’altro che da ombrellone. La canzone-lampo di Gaetano è anzi di quelle canzoni che graffiano e non consolano. E questo è il suo primo grande merito: attraverso il cavallo di Troia della fruibilità, il brano riesce a far pensare chi è capace ancora di pensare con testa e cuore propri. L’Italia – e il mondo – in cui matura Ma il cielo è sempre più blu, sono, del resto, tutt’altro che contesti rassicuranti.
Alle nostre latitudini il 1975 è l’anno radicale del referendum abrogativo della legge sull’aborto (vincono i Sì ma non tutti ci stanno: la magistratura, per esempio, ordina il sequestro del settimanale l’Espresso uscito con una copertina-choc contro l’aborto clandestino). È l’anno dell’ennesima impasse economico-sociale dovuta all’austerità; di Enrico Berlinguer che invita al “clima di comprensione” tra comunisti e masse cattoliche, togliendo il sonno a chi è ossessionato dal babau dei ‘fantasmi rossi’. Il 1975 italiano è stato anche l’anno dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini, dell’eversione di destra e di sinistra che continua ad alzare il tiro. E al resto del mondo non va certo meglio…
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