Uscito il 17 ottobre, il rapporto Caritas di quest’anno fotografa la situazione Covid-19. In sintesi:
- nell’ultimo anno i “nuovi poveri” (persone che si rivolgono alla Caritas per la prima volta) sono passati dal 31% al 45% del totale
- il numero dei poveri assoluti è più che raddoppiato nell’Italia pre-Covid rispetto all’Italia pre-crisi del 2007 (vedi grafico 1)
- tra aprile e maggio, i mesi più duri del lockdown, metà delle famiglie italiane ha registrato una diminuzione del reddito (tenendo conto anche dei sostegni ricevuti), e il 14,9% ha avuto una riduzione oltre il 50% (vedi grafico 2)
- L’impatto è stato più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è stata di oltre la metà
Il monitoraggio della Caritas ha individuato due fasi:
- marzo-maggio (lockdown)
- incremento delle persone sostenute (450 mila circa in tutte le Caritas), il 30% di “nuovi poveri” (per la prima volta alla Caritas)
- prevalgono disoccupati, persone con impiego irregolare, dipendenti che aspettano lacassa integrazione, precari o intermittenti senza ammortizzatori sociali
- si registrano problemi con didattica a distanza (non ci sono gli strumenti necessari), disagio psicologico (isolamento, solitudine), problemi familiari (violenza, difficoltà legate all’accudimento dei figli)
- giugno-agosto (ripresa)
- il 54% delle diocesi vede miglioramento, in media calano gli assistiti (1.200 vs 2.290 prima fase) e i nuovi ascolti (305 vs 868 della prima fase)
- il 43% delle diocesi riconosce l’impatto del Reddito di Emergenza (REM)
- per il 54% delle Caritas le richieste sono ancora riconducibili al Covid (restano i segni)
- l’83% delle diocesi ha fatto un lavoro di supporto alle richieste dei fondi governativi
- si sono attivati sostegni economici specifici per piccoli commercianti e lavoratori autonomi (2.073 persone) dedicati a sostenere le spese più urgenti (affitto degli immobili, rate del mutuo, utenze, acquisti utili alla ripartenza dell’attività, ecc.)
Prendendo a confronto il periodo 15 maggio/15 settembre, 2019 e 2020, Caritas registra:
- un aumento degli assistiti (il 12,7% in più, sottostimato per difficoltà aggiornamento schede)
- un aumenta delle donne, degli italiani, dei giovani tra 18 e 34 anni (problema del lavoro), dei coniugati, delle famiglie con figli e con minori
- una diminuzione della “grave marginalità” (la percentuale di persone senza dimora, di stranieri, magari di passaggio, e delle persone sole) contro una nuova fase di “normalizzazione” della povertà, come già successo con la crisi del 2008
Rispetto al REM (Reddito di Emergenza), Caritas registra:
- è la misura più richiesta ma anche quella più rifiutata
- è stata prevalentemente richiesta da nuclei composti da adulti over 50, soprattutto single e monogenitori con figli maggiorenni
- chi chiede il REM è sovrapponibile a chi prende il Reddito di cittadinanza: nuclei a reddito basso, single, coppie senza figli, anziani
- difficoltà a riceverlo per lentezze burocratiche, poca chiarezza / scarso orientamento su come funziona, difficoltà ad aggiungerlo ad altri ammortizzatori sociali
- le difficoltà hanno favorito chi già era inserito nel sistema di welfare e scoraggiato o escluso chi non percepiva alcun sostegno pubblico al reddito
Un anno fa siamo andati per le strade di Milano per trasformare i numeri della Caritas in persone: Teresa, Rosario, Fausto, Martina, Marco… e tanti altri (leggi l’inchiesta). Cosa significa ritrovarsi tra le fila dei senzatetto e a bussare alle porte della Caritas? Dormire per strada? Vivere in una casa popolare e mangiare alle mense dei poveri? Trovare posto al dormitorio di Casa Jannacci?
I numeri erano già drammatici. A questa situazione la Caritas oggi aggiunge un nuovo tipo di povertà, che si prospetta:
- poco supporto dal welfare pubblico per chi già non ce l’ha
- lavoratori autonomi più vulnerabili
- oscillazione dentro e fuori la povertà per chi si colloca a ridosso della soglia di povertà
- il colpo sui minori: coloro che subiscono povertà nel presente hanno poche possibilità di migliorare la propria situazione in futuro