Una pistola in vendita, Graham Greene, Sellerio, 312 pagg., 15,00 euro
Raven è un sicario dal labbro leporino, assoldato allo scopo di uccidere un vecchio ministro socialista. Di ritorno in Inghilterra a lavoro compiuto, scopre che i mandanti hanno tentato di incastrarlo con delle banconote rubate. Deciso a vendicarsi, si mette sulle tracce del suo contatto, un uomo incredibilmente grasso che si fa chiamare Cholmondeley. Durante la caccia, viene coinvolta, suo malgrado, Anne, la ragazza di Mather, il poliziotto incaricato delle indagini su Raven. Nel frattempo, soffiano venti di guerra: l’uccisione del ministro ha determinato, infatti, la proclamazione di un ultimatum che riguarda diverse nazioni. Che fosse questo lo scopo ultimo dei mandanti di Raven? Chi è dunque il signore della guerra intento a manovrare i fili, nascosto nell’ombra? Uscito nel 1936, questo romanzo rispecchia perfettamente il clima dell’epoca, offrendoci la descrizione di un mondo sull’orlo del secondo conflitto mondiale. Ma non solo: in esso sono presenti tutte le tematiche tipicamente greeniane in cui si manifesta una costante ambiguità tra i concetti di vittima e carnefice. Dimodoché il lettore è portato, fin dalle prime pagine, a tifare per Raven, chiedendosi se sia ancora possibile una redenzione per questo moderno Caino segnato sul labbro invece che sulla fronte. (I. Adami)
Labirinto di stelle, Daniela Puddu, NOR Edizioni, 80 pagg., 8,00 euro
Non è sempre stato un luogo di perdizione il labirinto. In un tempo lontano, un’epoca oramai quasi scordata, le sue mura custodivano i passi della danza di Arianna, un ballo corale e sinuoso che tracciava il cammino verso l’“altrove”. Capacità di perdersi e strumenti per ritrovarsi erano i doni offerti da questo antico edificio, gli stessi che non a caso contraddistinguono Labirinto di stelle, interessante opera prima della poetessa Daniela Puddu. La silloge si apre con l’immagine di un cammino perduto in cui le parole poco alla volta vengono cancellate. È proprio dagli spazi bianchi lasciati dalle sospensioni che nascono versi trasformativi, pietre miliari di un viaggio interiore in cui le ferite dello spirito sono bocche spalancate verso una vulnerabilità che si espone al mondo per esserne fecondata. Questo però è soltanto uno dei fili infiniti che può scegliere di seguire chi desidera perdersi nel criptato dei versi. Infiniti sono infatti i cammini resi possibili da quelle parole che sanno lavorare sull’inconscio come fossero soglie, stelle lucenti di una costellazione in cui ognuno può scorgere la suggestione di una figura e una storia diversa. (M. Farina)
Una rosa per Emily, William Faulkner, Adelphi, 99 pagg., 10,00 euro
Tre racconti. Miss Zilphia Gant cresce prigioniera di una madre delusa dagli uomini, dalle aspettative sociali che ne derivano e impaurita dalla delusione stessa. Anche Zilphia conosce lo stesso fallimento sociale e si fa carceriera della figlia. Che sarà di costei è mistero. In Emily Gierson scorrono generazioni, i cambiamenti del corpo riflettono il tempo e le relazioni che si avvicendano, ma vi si conserva un’orgogliosa e rispettabile donna nera del Sud. Lo yankee che potrebbe sposare non la fa vacillare, nonostante la compassione che la comunità le riserva, e come tutti soccombe alla sua autorevole personalità. Juliet Bunden nasce sapendosi libera, cresce correndo appresso a quanto di libero le offre il corpo asessuato. Quando giunge l’età ingrata in cui “si apprende che niente è immutabile fuorché il mutamento”, continuerà a perseguire un disegno di indipendenza e solitudine che le permettono, nonostante l’effimero, l’insensato e il futile che stanno fuori, di stare “calma” con se stessa. L’autore, mago nel dar voce ai corpi e alla trasfigurazione di essi nel tempo storico che vivono sempre intensamente, ci parla di appassionate e malinconiche prove di forza attraverso le avventure delle tre eroine. Il consiglio è di rileggere il volume cambiando l’ordine dei racconti. (E. Groppo)