Nuova Atlantide, Francis Bacon, Bur classici, 208 pagg., 10,00 euro
Chiunque sia convinto che la nostra epoca sia la benedizione della fine delle ideologie, dovrebbe correre in libreria ad acquistare Nuova Atlantide, il romanzo utopico, pubblicato postumo, scritto da Francesco Bacone nel 1662 all’inizio dell’epoca Moderna. Lo legga e poi dica cos’è cambiato da allora. Il libro rappresenta in toto il pensiero di Bacone in forma narrativa: un mondo in cui gli scienziati siedono sul trono del suo Stato ideale, consacrando così l’inizio di quella che sarà da allora in poi la vera e unica Ideologia al potere: la Fede nel processo indefinito delle scienze, unica realtà capace di modellare la realtà e così di risolvere tutti i problemi dell’uomo e di renderlo felice nel suo privato e nella sua dimensione sociale, grazie anche alla riduzione della politica a un semplice problema tecnico e amministrativo. Oggi che il valore universale poggia sulle tre colonne della tecnica, della scienza e dell’economia, abbiamo il privilegio di essere spettatori del pieno compimento della conquista dell’intera società occidentale, come prevista da Bacone quattrocento e passa anni fa. Altro che fine delle ideologie. (Milton Rogas)
Poesia come ossigeno, Antonella Anedda-Elisa Biagini, Chiarelettere, 160 pagg., 16,00 euro
Perché leggere la poesia? A discorrere su questo tema sono le poetesse Antonella Anedda ed Elisa Biagini che affrontano l’argomento sia separatamente che in dialogo a tre con il critico letterario Riccardo Donati. In un mondo da cui la parola scritta sembrava destinata a sparire e da cui oggi tende invece a eclissarsi proprio in virtù della sua sovrabbondanza, la poesia può forse essere interpretata come uno strumento di ecologia del linguaggio. Essa, infatti, è la lingua della riflessione e del raccoglimento, di una sintesi estrema che si accosta alla complessità con parole porose, capaci di raccontare il divenire intensificandone i multiformi aspetti, lontano dalle riduzioni urlate e semplicistiche che appartengono ai linguaggi fascisti. Tra riflessioni sul valore della traduzione come ponte per unire pensieri e culture e immersioni nella poesia contemporanea e del passato, la Biagini e la Anedda ripercorrono i versi di Osip Mandel’štam e di Franco Fortini, di Emily Dickinson e di Anne Carson, solo per citarne alcuni, amplificando il contenuto di quelle parole distillate con cura per restituire respiro al linguaggio e al pensiero. (M. Farina)
Identità cibernetiche, Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 128 pagg., 16,00 euro
Cosa accade alla nostra identità quando entriamo in rete? Se la ‘dissociazione identitaria’ è una risorsa vitale soggettiva, una risposta creativa o protettiva per affrontare contesti complessi e ostili, le ‘identità di connessione’ che assumiamo quando operiamo in internet istituiscono un processo dissociativo inedito, penetrando nell’ambito dello ‘sdoppiamento’ indotto da un sistema chiuso e totalizzante creato e controllato dalle “imprese di dati”. Disumanizzazione e alienazione stanno alla base: “Mancando i corpi non si può parlare di dialogo […] e ciò che il turbine degli scambi lascia in piedi è soltanto il valore di scambio”. Il “comando cibernetico” ci induce, tramite i feedback, a prendere una decisione piuttosto che un’altra, mentre cediamo il controllo dei nostri processi cognitivi a un algoritmo di apprendimento e predittivo. È una “colonizzazione dolce” che si affianca alla coercizione dei “contesti obbliganti” che prescrivono pratiche, ingiungono comandi e sorvegliano l’esecuzione. Come se ne esce? Tutti questi dispositivi condizionano e confondono le identità digitali “ma a decidere, infine, nella sua solitudine resta ancora il soggetto umano in carne e ossa”. Si tratta di uscire dalla “auto-colonizzazione”. (G. Cracco)