In questo numero
Gli interessi economici privati dietro il progetto Ionta per la costruzione delle nuove carceri; la lucrosa gestione dei Centri per l’immigrazione a opera di cooperative, onlus e Misericordie; il fallimento della Zincar, l’ennesima società privata inventata da politici-imprenditori per intascare denaro pubblico; il Pd si oppone alle ronde per una questione ‘etica’, svelando il suo abbandono di un pensiero di sinistra; la strumentalizzazione politica della battaglia di Poitiers del 732, divenuta il simbolo di un’Europa cristiana liberata dai musulmani; l’uso del calcio in politica, quando l’elettore è anche tifoso e telespettatore; i risvolti politici del processo di Norimberga, ovvero il diritto internazionale creato dal vincitore per processare i vinti; Galileo scienziato e astrologo, quando l’esoterismo era una forma di conoscenza e di dominio. E ancora: intervista ad Alberto Patrucco, critica letteraria, recensioni, narrativa sociale, musica e arte…
Dai maghi agli imbroglioni
Una volta le corti erano il tempio dell’esoterismo. Astrologi/scienziati come Galileo e Campanella facevano oroscopi a sovrani e papi, e l’esoterismo era considerato dal potere un’importante forma di conoscenza e di dominio (Galli, Accame, Albini, pag. 17). Oggi, nelle democrazie rappresentative, la presenza a ‘corte’ è scesa di livello e il posto dei maghi è occupato da semplici imbroglioni. Che si tratti di politici-imprenditori incaricati di inventare società scatole vuote in cui fare transitare denaro pubblico destinato a scomparire in mille rivoli (Giovanna Baer, pag. 31), o di capitani d’industria pronti ad approfittare del sovraffollamento nelle carceri per dare il via alla privatizzazione del sistema carcerario. Alcuni, gli imbroglioni dell’Amore, accolgono a braccia aperte gli extracomunitari nei moderni lager, chiamati Cie, per devolvere la loro caritas carceraria rimborsata dallo Stato a suon di milioni (Giovanna Cracco, pag.13).
È così che si è passati dall’occultismo all’occultamento del denaro pubblico; e l’intrallazzo è diventato la nuova forma di conoscenza e di potere.
Gli imbroglioni riscrivono la Storia per meglio restimolare gli immediati istinti che regolano l’immaginario collettivo (Felice Bonalumi, pag. 24), manipolano il presente per fomentare il razzismo nel tessuto sociale, per poi promulgare leggi repressive che favoriscono i signori dell’economia; gli altri, intanto, cambiano nome al partito e promuovono la falsa democrazia delle primarie per nascondere la scomparsa di un pensiero di sinistra e dell’opposizione (Walter G. Pozzi, pag. 7). Dal canto suo, il re, per accreditarsi nella simpatia del popolino, mescola in allegria calcio e politica infarcendo le teste dei tifosi con annunci eclatanti e silenziose smentite, in un vortice di clamorose menzogne (Massimo Grilli, pag. 45).
Gli imbroglioni più quotati, spiccano per una virtù, indispensabile per chi nella vita decide di servire il potere: il totale disprezzo per la vita umana. Questi arrivano a disconoscere i più elementari diritti dell’uomo, come quando respingono verso la Libia i disperati dei barconi negando, a chi fugge da una dittatura, lo status di rifugiato politico (Nicola Loda, pag. 65). Anche quando costruiscono la Storia ponendola di fronte a spettacolari processi, creano il diritto internazionale del vincitore per processare in maniera arbitraria i vinti (Davide Pinardi, pag. 48).
Tuttavia tale complesso di qualità sarebbe nulla se non si accordasse con un’ultima impagabile garanzia che rende gli imbroglioni infinitamente più grandi e più potenti dei ‘maghi’ del Cinquecento e del Seicento: l’impunità. Mentre questi ultimi, nonostante le loro conoscenze esoteriche, astrofisiche e alchemiche, non erano in grado di evitare i processi del Sant’Uffizio, al contrario, gli imbroglioni della politica hanno la certezza che non vedranno mai sorgere il sole a scacchi.
Allegata a questo numero la cartolina di partecipazione al Concorso di narrativa Controracconto edizione 2009, da inviare insieme all’opera. Per maggiori informazioni, consulta la sezione concorso e leggi il bando.
Sommario
Voce di Cavallo e Cavaliere
di Francesco Gallo
EDITORIALE
Dai maghi agli imbroglioni
RESTITUZIONE PROSPETTICA
Le ronde smascherano l’inutilità del Pd
di Walter G. Pozzi
IL RACCONTO
Del buon governo
di Carlo Pizzetti
POLEMOS
La ricca economia della carcerazione
di Giovanna Cracco
Galileo tra scienza e astrologia
di Giorgio Galli, Felice Accame, Andrea Albini
Poiteirs 732, tra Storia, immaginario collettivo e strumentalizzazione
di Felice Bonalumi
INTERVISTA
Alberto Patrucco. Chi non la pensa come noi
di Giuseppe Ciarallo
INCHIESTA
La banda del buco: il fallimento della Zincar
di Giovanna Baer
RACCONTI
Cenci
di Paolo Zardi
La classe operaia va all’inferno
di Valter Malenotti
FILO-LOGICO
La politica presa a calci
di Massimo Grilli
VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA
Alibi Norimberga (3ª parte)
di Davide Pinardi
A PROPOSITO DI…
Carlo Pizzetti e la nostra terza giovinezza
di Felice Accame
BUONE NUOVE
La linea intangibile
recensione di Il delitto dei giusti di André Chamson
di Luciana Viarengo
IN LIBRERIA narrativa
Rabet, Martin Jankovski (A. Giordano)
Storie di storie, Paola Taboga (Milton Rogas)
Cronache di una società annunciata, collettivo Chi fa la Francia? (G. Cracco)
IN LIBRERIA saggistica
Piombo Rosso, Giorgio Galli (D. Corbetta)
Per non morire di mafia, Pietro Grasso e Alberto La Volpe (D. Corbetta)
LE INSOLITE NOTE
Di che cosa parliamo quando parliamo di musica (2ª parte)
critica a Il buio, il fuoco, il desiderio, Gino Castaldo
di Augusto Q. Bruni
PAROLE SULLA TELA
Camera Work, quando la fotografia diventò un’arte
di Chiara Carolei
VOCABOLARIO STORICO
Rifugiato politico
di Nicola Loda
anno III, numero 14
ottobre – novembre 2009
Edizioni paginauno
formato: 21 x 30 – pagg. 64
ISSN: 1971343600014