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Home Archivio No Expo 2015

Collettivo Movimento Studenti Rho. Expo 2015: il lavoro gratuito entra nelle scuole

Rivista Paginauno by Rivista Paginauno
10 Aprile 2015
in No Expo 2015
0
Expo 2015. Renzi in Bicocca! Contestiamolo!

Photo by Giulia Zucca

di Domenico Corrado

  • (Paginauno n. 42, aprile – maggio 2015)

L’ottobre scorso è nato il Movimento Studenti Rho, un coordinamento studentesco formato dai collettivi delle scuole dell’area con il fine di creare un’opposizione sociale a Expo 2015 e alle false promesse del progetto ‘Buona Scuola’ del governo Renzi. Il Movimento ha partecipato alla manifestazione del 12 dicembre in piazza a Milano, aggiungendo la voce degli studenti alla contestazione di Expo.

Quando nasce il Movimento Studenti Rho, e quali sono i vostri obiettivi?

Il Movimento Studenti Rho nasce nell’ottobre del 2014 con l’obiettivo di rilanciare la politica studentesca nella nostra città e per boicottare gli interessi economici di Expo 2015, che entra nelle nostre scuole cooptandoci come lavoratori volontari e non retribuiti in cambio di quattro soldi di finanziamenti che servono a tamponare i problemi di una scuola al collasso. La scuola pubblica ormai è un cadavere, e all’orizzonte solo un’odierna agenzia dello sfruttamento dove a farla da padrone sono le parole d’ordine del profitto e dell’imprenditorialità, una realtà in cui gli studenti diventano solamente un mezzo per attirare finanziamenti privati, come si evince dagli obiettivi della Buona Scuola di Renzi.

In che modo Expo 2015 è entrato nelle scuole, e in che senso la scuola è diventata un’agenzia dello sfruttamento?

Da un anno a questa parte Expo è entrato nelle nostre scuole per cooptare i 18.500 volontari che nell’arco dei sei mesi si avvicenderanno nell’opera di accoglienza e assistenza dei visitatori, lavoro normalmente affidato a steward e hostess in cambio di una retribuzione. “Expo visto da noi”, il progetto di promozione di Expo nelle scuole, da quelle per l’infanzia fino al liceo, si occupa di sensibilizzare gli studenti sul tema dell’Esposizione, che viene dipinta come un’opera salvifica che rilancerà l’economia nazionale ponendo un argine al problema della disoccupazione giovanile. Nel corso di quest’anno vi sono già stati svariati incontri in cui siamo stati invitati a lavorare gratis, con la promessa che Expo 2015 sarà una possibilità per arricchire il curriculum vitae e per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. Noi crediamo che il lavoro volontario sia una provocazione.

Una vergogna travestita da opportunità, uno strumento di controllo che serve ad addomesticare i giovani e a insegnargli che la scuola è come uno stage in cui si imparano a rispettare le regole della precarietà e dello sfruttamento senza fiatare. Insomma, una palestra di vita in cui allevare docili lavoratori obbligati a prestare gratuitamente il proprio tempo per un affare privato, e che da questa esperienza guadagneranno solamente l’illusione di aver impreziosito il proprio curriculum. Alla luce di queste considerazioni stiamo portando avanti una campagna di boicottaggio del lavoro volontario insieme ad altre realtà studentesche milanesi, al grido di: “Io non lavoro gratis per Expo”.

Quali rivendicazioni portate avanti nelle scuole?

Il mondo della scuola è uno dei terreni privilegiati in cui ‘coltivare’ il consenso verso la grande truffa del 2015, con studenti obbligati a partecipare ai progetti collegati a Expo come se fosse una materia curricolare, e insegnanti che non si permettono di dissentire perché precari e ricattati. Crediamo che il lavoro debba essere retribuito, perché chi lavora gratuitamente sottrae reddito ad altri lavoratori, e che la scuola, piuttosto che rivestire i panni dell’ufficio di collocamento della precarietà, dovrebbe occuparsi di cultura, saperi ed educazione.

La scuola non deve diventare una fondazione privata a uso e consumo delle grandi lobby, che attraverso i loro finanziamenti concorrono a formare i quadri e gli sfruttati di domani, come vorrebbe Renzi con il suo progetto Buona Scuola. Rivendichiamo la necessità di poter scegliere se partecipare o meno alle attività connesse a Expo senza rischiare il 7 in condotta, e la necessità di una didattica che non sia schiava della logica economica del ‘grande evento’.

Come incide la vostra strategia sul territorio, quali riscontri trovate presso gli studenti della vostra città?

Da quando abbiamo iniziato la campagna di boicottaggio molti studenti hanno cominciato a interessarsi alla lotta contro la grande truffa e a partecipare a cortei e assemblee riguardanti questo tema. Insieme agli studenti delle scuole di Milano è nata una piattaforma collettiva di lotta e di controinformazione che si è data appuntamento per il corteo europeo degli studenti contro Expo 2015, che si terrà a Milano il 30 aprile prossimo, il giorno prima dell’inaugurazione della manifestazione. Grazie agli studenti e ai professori siamo riusciti a organizzare una posizione critica nei confronti del grande evento. Assemblee, volantinaggi, attacchinaggio e azioni contro la campagna di sensibilizzazione e reclutamento dei volontari sono all’ordine del giorno.

Il convegno pubblico organizzato nell’ambito del Progetto Expo Junior lo scorso 27 novembre, “Non di solo pane”, ne è l’esempio: tenutosi presso il liceo scientifico Ettore Majorana di Rho, con la presenza del nostro sindaco, Pietro Romano, ha dato prova dell’opposizione degli studenti nei confronti della presenza di Expo nelle nostre scuole. Durante questa giornata abbiamo distribuito materiale di controinformazione e ricordato alle autorità che il pane di Expo è fatto di mafia, cemento e precarietà. A oggi gli studenti interessati al lavoro volontario sono in netta minoranza, e questo dà un segnale positivo nei confronti della lotta contro Expo 2015.

Cosa ne pensate della Buona Scuola di Renzi?

La riforma di Renzi è l’ennesimo progetto che va a favorire le scuole private, creando così scuole di serie A e scuole di serie B, come si è già visto con i test Invalsi. Le scuole diventano vere e proprie aziende in cui i privati possono investire, andando a supplire il ruolo di uno Stato incapace di rilanciare seriamente il mondo del sapere. L’autunno scorso, insieme agli altri collettivi studenteschi milanesi, siamo scesi in piazza per boicottare gli incontri riguardanti la Buona Scuola, perché crediamo che una riforma scolastica non possa essere sviluppata senza il parere di noi studenti. Noi siamo per una scuola pubblica e laica, non per una scuola-azienda che ci insegna a lavorare gratis in cambio di crediti scolastici, e che mira solo all’interesse dei pochi: la Buona Scuola non è buona per noi.

A maggio Expo aprirà i battenti: come vi state preparando?

Le cronache ci parlano di un’Italia con un tasso di disoccupazione giovanile pari al 40%, senza citare il fenomeno dei Neet, ovvero di quei coetanei che non studiano e non lavorano e che secondo le statistiche sarebbero all’incirca 2,5 milioni. In questa situazione senza prospettive l’unica opportunità che sono riusciti a mettere in campo è la farsa del lavoro gratis. Senza ritegno entrano nelle nostre scuole e ci chiedono di lavorare gratuitamente per il profitto di un evento che ha partorito solo proclami e nessuna opportunità reale. Il prossimo appuntamento è per il 30 aprile 2015, quando a Milano sfileranno gli studenti contro Expo, per ribadire l’opposizione a un evento che ha dimostrato che non c’è spazio per noi giovani.

Tags: lavoroscuola
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