Datato ottobre 2023 e svelato da una testata online israeliana, il documento analizza e propone tre opzioni e ne consiglia una: lo svuotamento della Striscia di Gaza con il trasferimento forzato e definitivo, nel Sinai, della sua popolazione
Il 28 ottobre 2023 la testata israeliana online Mekomit (https:// www.mekomit.co.il) pubblica integralmente il rapporto Policy paper: Options for a policy regarding Gaza’s civilian population, che qui riportiamo con traduzione a cura di Paginauno. Datato 13 ottobre, sei giorni dopo l’attacco di Hamas a Israele, il documento è stato redatto dal Ministero dell’Intelligence israeliano e, ovviamente, era riservato. Propone tre opzioni per la gestione del territorio e della popolazione civile di Gaza nel corso e alla fine del conflitto: l’insediarsi di un governo dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP); l’insediarsi di un nuovo governo locale; lo svuotamento della Striscia con il trasferimento forzato e definitivo, nel Sinai, della sua popolazione. Quest’ultima opzione, la C, è quella consigliata dal ministero israeliano, ritenuta la migliore delle tre in quanto “produrrà risultati strategici positivi a lungo termine per Israele ed è un’opzione realizzabile”, anche grazie a “campagne per promuovere questo piano nel mondo occidentale” e a “campagne dedicate agli stessi residenti di Gaza per motivarli ad accettare questo piano: i messaggi dovrebbero ruotare attorno alla perdita di terra, chiarendo che non c’è speranza di tornare […] l’immagine deve essere: «Allah ha fatto in modo che perdeste questa terra a causa della leadership di Hamas, non c’è altra scelta se non quella di trasferirvi in un altro posto con l’assistenza dei vostri fratelli musulmani»“. Quando il Rapporto è diventato pubblico, il primo ministro Netanyahu l’ha minimizzato, definendolo solo un documento teorico. Lo pubblichiamo integralmente perché, ad avviso di Paginauno, questo Paper è importante per due ragioni: consente uno sguardo dall’interno e senza veli dei vertici politici israeliani e del loro approccio al ‘problema Gaza’ e in generale al ‘problema palestinese’; e lo si deve tenere in conto per meglio comprendere quel che Israele riuscirà o non riuscirà a portare avanti nella Striscia, anche a causa delle pressioni internazionali.
Documento politico: opzioni per una politica riguardante la popolazione civile di Gaza
13 ottobre 2023, Ministero dell’Intelligence, Dipartimento tematico
Sintesi
- Lo Stato di Israele è tenuto a realizzare un cambiamento significativo nella realtà civile nella Striscia di Gaza alla luce dei crimini di Hamas che hanno portato alla guerra “Iron Swords”, pertanto deve decidere un obiettivo politico riguardante la popolazione civile di Gaza, che dovrebbe essere perseguito in concomitanza con il rovesciamento del regime di Hamas.
- L’obiettivo definito dal governo richiede un’azione intensiva per coinvolgere gli Stati Uniti e altri Paesi a sostegno di questo obiettivo.
- Linee guida fondamentali per ogni politica:
- rovesciamento del governo di Hamas;
- evacuazione della popolazione al di fuori della zona di combattimento a beneficio dei cittadini della Striscia di Gaza;
- è necessario pianificare e incanalare gli aiuti internazionali affinché raggiungano l’area in conformità con la politica scelta;
- in ogni politica è necessario portare avanti un profondo processo di attuazione di un cambiamento ideologico (de-nazificazione);
- la politica scelta sosterrà l’obiettivo politico dello Stato riguardo al futuro della Striscia di Gaza e al quadro finale della guerra.
- In questo documento verranno presentate tre possibili opzioni come policy dei vertici politici israeliani riguardo al futuro della popolazione civile nella Striscia di Gaza. Ciascuna policy sarà esaminata alla luce delle seguenti caratteristiche:
- operativo: capacità di esecuzione operativa;
- legittimazione: internazionale/nazionale/legale;
- capacità di realizzare un cambiamento ideologico e concettuale tra la popolazione in relazione agli ebrei e a Israele;
- ampie implicazioni strategiche.
- Le tre opzioni allo studio sono:
- Opzione A: la popolazione rimane a Gaza e viene insediato il governo dell’Autorità Palestinese (AP).
- Opzione B: la popolazione rimane a Gaza ed emerge un’autorità araba locale.
- Opzione C: evacuazione della popolazione civile da Gaza al Sinai.
- Da uno sguardo approfondito alle opzioni, si possono ricavare le seguenti informazioni:
- l’opzione C è quella che produrrà risultati strategici positivi a lungo termine per Israele ed è un’opzione realizzabile. Richiede determinazione da parte dei vertici politici di fronte alle pressioni internazionali, con particolare attenzione a sfruttare il sostegno all’impresa da parte degli Stati Uniti e di altri Paesi filo-israeliani;
- le opzioni A e B presentano notevoli carenze, soprattutto in termini di implicazioni strategiche e di mancanza di fattibilità a lungo termine. Nessuna delle due fornirà il necessario effetto deterrente, non consentirà un cambiamento di mentalità e potrebbe portare nel giro di pochi anni agli stessi problemi e minacce con cui Israele ha a che fare dal 2007 a oggi;
- l’opzione A è quella con i maggiori rischi; la divisione tra la popolazione palestinese in Giudea e Samaria (Cisgiordania) e Gaza è uno degli ostacoli principali che impediscono la creazione di uno Stato palestinese. Scegliere questa opzione comporta una vittoria senza precedenti per il movimento nazionale palestinese, una vittoria che avverrà a costo di migliaia di civili e soldati israeliani e che non garantisce la sicurezza di Israele.
Opzione A
La popolazione rimane a Gaza e viene insediato il governo dell’Autorità Palestinese (AP).
Ubicazione e governance
- La maggioranza della popolazione rimane a Gaza.
- Governo militare israeliano, nella prima fase; successivamente, l’insediamento dell’Autorità Palestinese e la sua istituzione come entità governativa a Gaza…
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