Julia Friedrichs*
Dalla working class ai working poor. La rottura della mobilità sociale: generazioni di lavoratori qualificati che hanno investito in formazione si ritrovano con redditi al limite della sopravvivenza, in una società dove la linea di demarcazione è divenuta quella del capitale familiare: ricchezza, scuole elitarie, contatti.
La Germania è in recessione. Ma non è questa crisi economica a causare la crisi sociale. Essa affonda le radici nell’epoca in cui il Paese era indicato come il motore d’Europa e il modello da seguire, con la sua ‘economia sociale di mercato’ (l’ordoliberismo) e il mercantilismo vincente. Uno sviluppo basato sulla sottaciuta graduale trasformazione della working class in working poor, una dinamica che abbiamo visto all’opera anche in Italia. Con uno sguardo dall’interno e ben lontano dalla narrazione positiva che normalmente circonda lo Stato tedesco, Julia Friedrichs, autrice di “Working Class: Warum wir Arbeit brauchen, von der wir leben können” (“Working class: perché abbiamo bisogno di un lavoro che ci consenta di vivere”) è giunta alla conclusione, tra dati e interviste, che oggi i lavoratori lottano per garantirsi la mera sopravvivenza. “I nati in Germania Ovest nell’immediato dopoguerra,” scrive in questo articolo, “ovvero i genitori dei quarantenni di oggi, sono riusciti ad avanzare in tutte le fasce di reddito; anche i lavoratori non qualificati sono riusciti a farlo. Il 90% dei nati negli anni del miracolo economico ha guadagnato più dei propri genitori”. Non è più così per le generazioni successive: “Solo uno su due dei nati nel 1980 riesce a superare il reddito disponibile dei genitori”. E non si tratta di formazione adeguata o di posto di lavoro: “Il mondo professionale moderno è troppo frammentato per poter semplicemente suddividere le persone in colletti bianchi e colletti blu. Gli operai non lavorano più sottoterra, solo raramente in fabbrica alla catena di montaggio. Oggi puliscono, insegnano, portano pacchi su per le scale e biancheria sporca giù per le scale, siedono alla cassa del supermercato o riempiono gli scaffali. Installano internet veloce e rispondono al numero verde. Si prendono cura del nonno o di noi quando siamo malati”. Per Julia Friedrichs, nelle società attuali la linea di demarcazione è il capitale. Quello di nascita, che proviene dalla famiglia: ricchezza, titoli di studio, contatti. I differenti tipi di capitale che indicava il sociologo Bourdieu: economico, culturale e sociale. Chi non li ha – la maggior parte – “sono persone che non detengono azioni di società, non possiedono condomini, non si aspettano eredità. Persone per le quali il motto è: reddito netto uguale budget mensile”. Corrono per stare fermi, come su una scala mobile nell’opposto senso di marcia. Running to stand still.
La generazione successiva a quella dei baby boomer, nella sua gran parte sarà la prima, dopo la seconda guerra mondiale, a non superare economicamente i propri genitori. Sebbene l’economia sia cresciuta per un decennio, la maggioranza delle persone di questo Paese ha poco capitale e nessuna ricchezza.
Creare ricchezza con i propri sforzi è diventato più difficile, soprattutto per le giovani generazioni. La metà di loro teme di diventare povera in età avanzata.
Siete mai saliti su una scala mobile contro il senso di marcia cercando di opporvi alla discesa dei gradini? È una brutta sensazione. Si calcia e si scalcia, ma non si riesce a fare progressi. Con un grande sforzo si riesce al massimo a resistere.
Oppure – altro esempio – vi è mai capitato di usare un ascensore che all’improvviso ha sobbalzato e si è bloccato, invece di portarvi ai piani superiori? Di colpo lo spazio appare angusto. Ad alcune persone sembra di essere a corto d’aria. Il tempo che manca alla liberazione si allunga. Non è un bel momento.
Naturalmente – e questo è il sollievo – entrambe le situazioni possono essere risolte rapidamente: si scivola finalmente giù per la scala mobile in segno di resa, e l’ascensore riparte dopo la riparazione. Fatto!
E se non fosse così?
Immaginate per un attimo di essere intrappolati per sempre in una delle due posizioni. Perché sono proprio quelle che gli economisti usano come metafora per caratterizzare la realtà di molti giovani: “Running to stand still”, correre per restare fermi, cioè per non scivolare; e “Broken Elevator”, un ascensore rotto che impedisce alle persone di salire ai piani sociali più alti.
All’inizio di dicembre 2021 l’OCSE, insieme alla Fondazione Bertelsmann, ha pubblicato un importante studio sullo stato della classe media. Il report ha formulato una diagnosi che era già stata preannunciata in molti risultati individuali: per le giovani generazioni, la promessa di un avanzamento, fatta dall’economia sociale di mercato, non viene mantenuta. Secondo lo studio, infatti, “la classe media tedesca si è ristretta rispetto alla metà degli anni Novanta. Tra il 1995 e il 2018 si è ridotta”.
Per molti anni il reddito disponibile, e quindi il tenore di vita di molte famiglie della classe media, ha ristagnato…
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*Articolo pubblicato sul blog VocidallaGermania, 24 agosto 2023, sotto diritti Creative Commons