International Labour Organization (ILO)*
Nei numeri del report dell’International Labour Organization l’impatto della guerra sui redditi da lavoro: interi quartieri distrutti, danni estesi alle infrastrutture, imprese chiuse, sfollamenti interni. Disoccupazione e miseria attendono Gaza e la Cisgiordania
Situazione dell’occupazione e del mercato del lavoro prima del conflitto
Il mercato del lavoro e il panorama occupazionale nei territori palestinesi occupati (OPT) sono complessi, essendo stati influenzati da decenni di restrizioni alla circolazione delle persone e delle merci imposte come parte dell’occupazione israeliana. Numerosi rapporti annuali del Direttore Generale dell’ILO sulla situazione dei lavoratori dei territori arabi occupati hanno documentato la situazione critica del mercato del lavoro, anche prima dell’attuale conflitto (1). La situazione a Gaza è stata particolarmente grave a causa del blocco imposto all’enclave durato 17 anni, e gli abitanti sono da tempo alle prese con tassi persistentemente elevati di povertà, disoccupazione e vulnerabilità.
Secondo l’ultima indagine sulla forza lavoro condotta prima dell’attuale conflitto, nel secondo trimestre del 2023 (aprile-giugno), il 44,8% della popolazione in età lavorativa nei territori occupati faceva parte della forza lavoro, con tassi significativamente più alti in Cisgiordania rispetto a Gaza (Tabella 1, pag. 30). Anche il rapporto occupazione/popolazione in Cisgiordania era quasi il doppio di quello di Gaza. La maggior parte degli abitanti di Gaza (circa il 51%) era impiegata nel settore “servizi e altri settori”, mentre “commercio, ristoranti e alberghi” rappresentavano un altro 23% dell’occupazione. Tra coloro che erano impiegati a Gaza, prevalevano salari bassi, con un salario medio mensile di 717 NIS, la metà di quello della Cisgiordania (1.385 NIS). A Gaza, circa il 90% dei dipendenti salariati del settore privato guadagna meno del salario minimo.

Anche i tassi di disoccupazione a Gaza erano più di tre volte superiori a quelli della Cisgiordania, pari al 46,4% (66,2% per le donne e 40,5% per gli uomini), uno dei tassi di disoccupazione più alti al mondo. Inoltre, la durata media della disoccupazione a Gaza è stata di ben 13,8 mesi (24,5 mesi per le donne e 9 mesi per gli uomini), rispetto ai 5,7 mesi in Cisgiordania. Oltre ai disoccupati vi erano le persone disponibili in cerca di lavoro, e le persone indisponibili in cerca di lavoro, che insieme costituiscono la potenziale forza lavoro. Tenendo conto sia dei disoccupati che della potenziale forza lavoro, il tasso di sottoutilizzo della manodopera a Gaza si attesta al 52,8% (76,2% per le donne e 44,1% per gli uomini).
Nel 2022, negli OPT era elevata anche la percentuale di giovani (età compresa tra 15 e 24 anni) non occupati, né istruiti o formati (NEET), attestandosi al 28,2%. Nella Striscia di Gaza, il tasso corrispondente è pari al 35,4% (32,9% per i giovani uomini e 38,1% per le giovani donne).
All’interno della stessa Striscia di Gaza si sono registrate variazioni nei risultati occupazionali. Nei governatorati in cui le autorità israeliane hanno ordinato l’evacuazione e il trasferimento dei civili nel Sud, vale a dire North Gaza e Gaza City, i tassi di disoccupazione nel 2022 erano inferiori rispetto ad altri governatorati, mentre, al contrario, i tassi di occupazione erano più elevati (Tabella 2, pag. 31). I due governatorati, per esempio, rappresentano il 56,2% dell’occupazione nella Striscia di Gaza, mentre rappresentano meno della metà (46,8%) della disoccupazione totale. Considerati i bombardamenti e le distruzioni estesi in questi due governatorati, il conflitto sta avendo un effetto sproporzionatamente dannoso su aree che in precedenza godevano di condizioni del mercato del lavoro più favorevoli.

Gli ultimi decenni hanno visto anche un graduale aumento dei palestinesi che lavorano in Israele e negli insediamenti. Nel 2022, il numero di questi lavoratori ha raggiunto il massimo storico di 193.000. Dalla fine del 2021, Israele ha anche consentito a un numero crescente di lavoratori provenienti da Gaza di lavorare in Israele e negli insediamenti. Nel 2022, le autorità israeliane hanno rilasciato circa 20.000 permessi lavorativi ed economici agli abitanti di Gaza (2).
Secondo l’ultimo sondaggio sulla spesa e i consumi palestinesi condotto nel 2016/17, la povertà misurata utilizzando la soglia di povertà nazionale era pari al 29,2% (13,9% in Cisgiordania e 53% nella Striscia di Gaza). I sistemi nazionali di protezione sociale a Gaza e in Cisgiordania sono in una posizione inadeguata per rispondere alla crisi umanitaria e attutire l’impatto delle perturbazioni del mercato del lavoro sui mezzi di sussistenza del popolo palestinese. Non è ancora in vigore un sistema di previdenza sociale contributivo, il che lascia i lavoratori formalmente impiegati nei territori occupati senza protezione in caso di disoccupazione.
Nel 2022, sei lavoratori su dieci a Gaza avevano un lavoro informale. Il sistema nazionale di assistenza sociale, ancorato principalmente al Programma nazionale di trasferimento di denaro, copre circa 119.000 famiglie, di cui quasi due terzi a Gaza, ma dal 2021 si trova ad affrontare una situazione fiscale difficile, con conseguenti pagamenti ritardati e parziali (3).
Stima dell’impatto della guerra tra Israele e Hamas su occupazione e mercato del lavoro
Il conflitto Israele-Hamas sta provocando una profonda crisi umanitaria a Gaza, con enormi implicazioni sul mercato del lavoro, sulle prospettive occupazionali e sui mezzi di sussistenza, non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania. Interi quartieri di Gaza sono stati distrutti, si sono verificati danni estesi alle infrastrutture, le imprese hanno chiuso, si sono verificati sfollamenti interni su larga scala e la mancanza di acqua, cibo e carburante stanno gravemente paralizzando l’attività economica. Sebbene gli impatti sull’occupazione e sui mezzi di sussistenza a Gaza siano indubbiamente enormi, una valutazione quantitativa in questa fase iniziale del conflitto deve basarsi su stime e proiezioni, anziché sui dati primari.
Secondo l’Ufficio centrale palestinese di statistica (PCBS), le perdite giornaliere di produzione ammontano a 16 milioni di dollari, a causa dell’interruzione delle attività economiche nella Striscia (4). Altri report stimano la perdita giornaliera di prodotto interno lordo (PIL) tra i 14 milioni e i 20 milioni (5). Sulla base dei dati esistenti e delle descrizioni delle attività sul campo a Gaza, si stima che almeno il 61% dei posti di lavoro sia andato perduto rispetto al livello pre-bellico, equivalente a circa 182.000 posti di lavoro (Tabella 3, pag. 32). Questa stima riflette una riduzione ipotizzata dell’occupazione nel settore privato a Gaza dell’85%, una riduzione dell’occupazione nel settore pubblico del 15%, e la perdita di posti di lavoro per i 20.000 abitanti di Gaza precedentemente impiegati in Israele. Con l’intensificarsi del conflitto, anche attraverso le operazioni di terra, si prevede che le perdite di posti di lavoro aumenteranno ulteriormente.

Oltre all’impatto su Gaza, circa 160.000 lavoratori della Cisgiordania, che precedentemente lavoravano in Israele e negli insediamenti, hanno perso il lavoro – almeno temporaneamente – o rischiano di perderlo a causa delle restrizioni imposte ai palestinesi, l’accesso al mercato del lavoro israeliano e la chiusura dei valichi dalla Cisgiordania verso Israele e gli insediamenti. Alcune prove aneddotiche suggeriscono che una piccola percentuale di questi lavoratori palestinesi continua a lavorare nel mercato del lavoro israeliano. Partiamo quindi dal presupposto che circa il 5% del totale dei lavoratori della Cisgiordania che precedentemente lavoravano in Israele e negli insediamenti abbiano mantenuto il proprio posto di lavoro. Ciò si traduce in una perdita totale di 152.000 posti di lavoro.
Inoltre, sebbene esistano pochi dati sull’impatto del conflitto sulle attività economiche, le restrizioni alla circolazione delle merci e delle persone influenzeranno senza dubbio le catene di approvvigionamento, le capacità produttive e l’accesso dei lavoratori ai loro luoghi di lavoro in Cisgiordania. Pertanto, si presume che il 10% dell’occupazione nel settore privato in Cisgiordania andrà perso a causa della ridotta attività economica nella regione, ovvero l’equivalente di circa 56.000 posti di lavoro. In totale, le nostre stime suggeriscono una perdita di 208.000 posti di lavoro, ovvero il 24% dell’occupazione totale in Cisgiordania.
Sulla base di quanto sopra, circa 390.000 lavoratori palestinesi, sia di Gaza che della Cisgiordania, hanno perso il lavoro a causa del conflitto Israele-Hamas. Inoltre, con le restrizioni imposte da Israele alla circolazione all’interno della Cisgiordania, circa 67.000 lavoratori che lavorano in governatorati diversi da quello di residenza affrontano maggiori difficoltà nell’accesso ai loro luoghi di lavoro, con il rischio di perdere l’impiego. È probabile che questi lavoratori siano anche soggetti a condizioni di lavoro difficili, compresi salari più bassi. L’aumento del numero di posti di blocco in tutta la Cisgiordania mette sempre più a dura prova la circolazione di persone e merci, incidendo ulteriormente sull’economia generale e sulla capacità di produzione.

Alla luce di queste perdite di posti di lavoro, si prevede che almeno 15,7 milioni di dollari di reddito da lavoro andranno persi ogni giorno nei territori occupati, come presentato nella Tabella 4. Ciò riflette perdite di reddito di 2,9 milioni di dollari a Gaza e 12,8 milioni di dollari in Cisgiordania. Si tratta di redditi persi solo a causa dell’occupazione e non riflettono le perdite totali di reddito da lavoro nei territori occupati. Per esempio, non tengono conto della riduzione dei redditi di coloro che rimangono impiegati ma hanno assistito a una diminuzione delle entrate in seguito al conflitto Hamas-Israele. Pertanto, queste cifre rappresentano solo una stima inferiore dei redditi da lavoro persi per l’occupazione.
Come osservato in precedenza, i tassi di NEET erano elevati anche prima del conflitto. Con l’istruzione e la formazione non avvenute a causa delle scuole utilizzate come rifugi o danneggiate, oggi quasi tutti i giovani di Gaza possono essere classificati come NEET, con la possibilità che si verifichino anche cicatrici dannose a lungo termine.
*Estratto dal Rapporto Impact of the Israel-Hamas conflict on the labour market and livelihoods in the Occupied Palestinian Territory, Bollettino n. 1, novembre 2023. “Il presente bollettino tecnico è stato preparato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) (Unità regionale di analisi economica e sociale dell’Ufficio regionale dell’ILO per gli Stati arabi e Dipartimento per le politiche occupazionali, la creazione di posti di lavoro e i mezzi di sussistenza dell’ILO), in collaborazione con l’Ufficio centrale palestinese di Statistica (PCBS). Offre una prima valutazione dell’impatto del conflitto Israele-Hamas sull’occupazione e sui redditi nei Territori palestinesi occupati (OPT). Questa valutazione si basa su dati secondari, provenienti principalmente dal PCBS Labour Force Survey, e prende in considerazione una serie di ipotesi sottostanti.” Traduzione a cura di Paginauno. “This translation was not created by the International Labour Organization (ILO) and should not be considered an official ILO translation. The ILO is not responsible for the content or accuracy of this translation. This is an adaptation of an original work by the International Labour Organization (ILO). Responsibility for the views and opinions expressed in the adaptation rests solely with the author or authors of the adaptation and are not endorsed by the ILO.” Per il rapporto originale completo qui https://www.ilo.org/beirut/publications/WCMS_901136/lang–en/index.htm
1) Cfr. ad esempio ILO.02023. La situazione dei lavoratori dei territori arabi occupati, 2023. Disponibile su: https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/—ed_norm/—relconf/documents/meetingdocument/wcms_883198.pdf
2) ILO, op. cit. Sono stati rilasciati inoltre altri 7.000 permessi per il commercio e per gli imprenditori
3) ILO, op. cit.
4) PCBS, Highlights Socio-Economic Indicators on the Impact of the Israeli Occupation War on Gaza Strip, 2023, https://www.pcbs.gov.ps/site/512/default.aspx?tabID=512&lang=en&ItemID=4606&mid=3171&wversion=Staging