Lettore vieni a casa. Il cervello che legge in un mondo digitale, Maryanne Wolf, Vita e Pensiero, 224 pagg., 20,00 euro
Da neuroscienziata e da studiosa del cervello che legge, Maryanne Wolf si interroga sull’impatto che il mondo digitale sta avendo sulla lettura e sulle conseguenti ricadute di questo nuovo assetto sui nostri modelli di pensiero. La lettura profonda sviluppa la soglia di attenzione e la capacità di concentrazione, rafforza lo spirito critico e l’empatia, potenzia l’intuitività e la creatività; queste conquiste però sono minacciate dalle nuove modalità di lettura digitale che incoraggiano un approccio accelerato dove si privilegia la quantità dell’informazione piuttosto che la qualità della sua assimilazione. Attraverso una serie di lettere al lettore, l’autrice ci mette in guardia dai rischi legati alla perdita delle capacità connesse al modello di lettura preesistente, senza però demonizzare l’apporto delle nuove tecnologie. L’obiettivo è quello di favorire le condizioni per la costruzione di un cervello bi-alfabetizzato così da godere dei vantaggi dei nuovi modelli di lettura senza perdere le qualità legate agli schemi precedenti, ma imparando ad applicare gli uni piuttosto che gli altri a seconda delle esigenze e del contesto. (Mariachiara Farina)
Il capitalismo cibernetico, Renato Curcio, Sensibili alle foglie, 112 pagg., 16,00 euro
Nel potere cibernetico le decisioni della macchina prevalgono su quelle umane e le sovradeterminano: apparentemente scegliamo (su Netflix, Spotify, Youtube, Facebook…), in realtà, tramite i feedback, è l’algoritmo IA a indurre le nostre azioni, fino a far combaciare le nostre scelte con le offerte aziendali. È un potere che individualizza isolamento, sfruttamento e sudditanza, avvolgendoci in “spirali cibernetiche” che limitano la nostra libertà; un potere con cui ‘collaboriamo’, attivandolo noi stessi attraverso l’utilizzo dei dispositivi digitali e l’apertura di “identità di connessione”. Ha una struttura – il capitalismo – una nazionalità – quella statunitense – e un nome – Big Tech –, registra ogni dato e possiede i cloud – anche statali – dove tutto è conservato. È un potere di tipo nuovo, afferma Curcio: non lo si può leggere utilizzando gli schemi del ‘900. È indubbio. Ciò non significa che i ‘vecchi’ strumenti di dominio siano scomparsi: come insegna Foucault, le tecniche si sommano e interagiscono, a seconda delle necessità. Ma in quanto nuovo modo di produzione, il “capitalismo cibernetico” porta con sé una nuova formazione sociale, una nuova fonte energetica (l’elettromagnetismo e le terre rare) e una nuova forma di potere. (Giovanna Cracco)
Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell’IA, Kate Crawford, Il Mulino, 320 pagg., 20,00 euro
L’intelligenza artificiale è un regime di potere: è costruita per interpretare il mondo e modificarlo a vantaggio delle forze politiche (Stati) ed economiche (aziende) che la strutturano. Amplifica gerarchie, disuguaglianza e discriminazioni: in definitiva, è progettata per servire gli interessi dominanti. È un’industria estrattiva: sfrutta risorse energetiche e minerarie, manodopera a basso costo e dati. Tra analisi e inchiesta sul campo, Crawford ci porta nelle miniere delle terre rare e nei data center divoratori di elettricità e acqua; dentro Amazon e con i lavoratori del crowdwork pagati a cottimo; nella raccolta priva di consenso di dati (il passaggio concettuale da ‘soggetti umani’ a ‘soggetti di dati’) e nella relativa classificazione necessaria a sviluppare il riconoscimento facciale e quello delle emozioni; per finire ad analizzare l’incrocio tra potere economico, politico e militare. L’IA non è autonoma né intelligente: è una megamacchina costruita tramite cicli di formazione all’interno dei quali l’attività umana – sotto forma di lavoro e dati – è fondamentale tanto quanto nascosta. Smascherando un capitolo dopo l’altro la narrazione che ci è stata consegnata, Crawford ci ricorda che la “questione centrale è il profondo intreccio fra tecnologia, capitale e potere, di cui l’IA è la più recente manifestazione”. Assolutamente da leggere. (Giovanna Cracco)