L’amore, la società dei consumi e Tinder nel film Newness di Drake Doremus
Dal Simposio di Platone alle chansons dei trovatori francesi, fino all’avvento dei mass media, l’amore è sempre stato al centro di innumerevoli speculazioni di varia natura – filosofiche, sociologiche, politiche, antropologiche – e creazioni in qualsiasi ambito artistico – letterario, pittorico, cinematografico, musicale. Eppure ancora negli anni Trenta del Novecento Wystan Hugh Auden titolava una sua poesia La verità, vi prego, sull’amore. Sembrerebbe, dunque, che l’amore opponga una strenua resistenza a qualsiasi volontà di definirlo univocamente. Forse perché, per citare Roland Barthes: “Voler scrivere l’amore, significa affrontare il ‘guazzabuglio’ del linguaggio: quella zona confusionale in cui il linguaggio è insieme ‘troppo’ e ‘troppo poco’, eccessivo (per la sommersione emotiva) e povero (per i codici entro i quali viene costretto e appiattito)” (1). Lungi, dunque, dal voler dare una risposta definitiva alla domanda cosa sia l’amore – comunque impossibile, data la natura storica, quindi variabile, di un simile concetto – il film Newness (2017) di Drake Doremus si pone piuttosto l’obiettivo di analizzarlo in rapporto alla sete consumista, al senso di precarietà e sradicamento e all’illusoria fuga dal dolore che affliggono la società odierna.
Siamo a Los Angeles. I trentenni Martin (Nicholas Hoult) e Gabi (Laia Costa) non si conoscono ancora, ma sono entrambi iscritti a una app di incontri chiamata Winx. Fin dalle prime scene, li vediamo intenti a ‘scrollare’ sullo schermo del cellulare le foto dei potenziali partner in una maniera a dir poco compulsiva, sottolineata dal respiro affannoso che si sente in sottofondo e dai velocissimi frammenti di rapporti sessuali che entrambi fantasticano di avere con quanti risultano di loro gradimento. Oltre alla logica da supermercato di carne umana che è facile identificare nella creazione e fruizione di simili strumenti, connessa a una sistematica esasperazione del desiderio – secondo la quale il profilo migliore è sempre il prossimo, la donna o l’uomo più belli e/o interessanti si trovano sempre al di là di quanto vediamo nel presente – ciò che emerge qui è già uno scollamento tra dimensione reale e dimensione virtuale, che risulta tanto più evidente nel momento in cui una collega di Martin propone a quest’ultimo di accompagnarla a una festa e lui rifiuta, adducendo il fatto di aver già preso un impegno per quella sera, nonostante non abbia ancora ottenuto alcun appuntamento su Winx: la possibilità che ciò avvenga è ai suoi occhi più importante di qualsiasi occasione concreta gli si presenti nel mondo fisico che lo circonda; le immagini diventano più importanti dei corpi.
In una scena estremamente significativa rispetto a questo tema, vediamo Martin e Gabi incrociarsi su un marciapiede, senza vedersi, poiché entrambi hanno gli occhi incollati al cellulare. Ciascuno dei due si sta recando a un incontro con il partner del momento trovato su Winx – incontro destinato a risultare insoddisfacente tanto per lui quanto per lei…
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