La presa del vocabolario
A lungo ignorata da politici e media, la questione dell’immondizia napoletana, alla fine, è esplosa. Eppure, malgrado i giornali si siano lanciati sulla notizia con il consueto ardore, le responsabilità del disastro restano tuttora avvolte dal mistero. Difficile dire la verità senza mostrare l’inesistenza di un confine tra legalità e illegalità nel sistema capitalistico; finché il discorso pubblico mira a mostrare la ’camorra‘ solamente come un ostacolo da rimuovere – perché nel Sud-Italia possa nascere un sistema industriale moderno – e non come l’insieme di attività illecite necessarie alla prosperità di buona parte dell’economia del Nord (Giovanna Baer, pag.32).
Ma l’ambiguità giornalistica non riguarda solamente il discorso sulla criminalità organizzata. I regimi moderni lavorano sul vocabolario e spostano l’asse dei valori nazionali attraverso un accorto uso delle parole. Definiscono ’morti bianche‘ una media di quattro morti giornaliere sul lavoro per mascherare la violenza sistemica del processo di produzione capitalistico (Giovanna Cracco, pag.14).
Parlano di ’feticidio‘ nel caso di un’interruzione volontaria di gravidanza e di ’cattivi maestri‘ che si oppongono all’oscurantismo del Papa (Luciana Viarengo, pag.18). Definiscono ’patriota‘ un poverocristo di soldato morto (Nicola Loda, pag.65) e ’umanitaria‘ la presenza del contingente italiano in Afghanistan. E parlano di ’ingovernabilità‘ ogni volta che una forza politica parlamentare ha i numeri sufficienti per opporsi a riforme varate a garanzia dello sfruttamento dei lavoratori dipendenti (Walter G. Pozzi, pag.7).
È il dominio assoluto dell’Industria culturale, al cui sviluppo partecipano in eguale misura il mercato editoriale – Marco Despontin a pag.22 analizza le ragioni nascoste dietro l’enorme successo del romanzo Il cacciatore di aquiloni. D’altro canto, si chiede Davide Pinardi (pag.46), quale futuro per la verità storica, all’epoca della moviola? E quale futuro per il pensiero, in una società in cui gli intellettuali per primi contribuiscono alla creazione di una fasulla armonia immutabile (Felice Accame, pag.44)?
Di fronte a ciò, per Antonio Steffenoni (pag.26) non rimane che un’unica possibilità di cambiamento: la diretta assunzione di responsabilità. Una coerente continuità di pensiero e azione da parte di ogni cittadino che affermi: “Così non si può andare avanti”.
Sommario
Lentamente muore
di Lorenzo Pasciuti
EDITORIALE
La presa del vocabolario
RESTITUZIONE PROSPETTICA
La questione dell’ingovernabilità
di Walter G. Pozzi
IL RACCONTO
da Le porte dell’inferno
di Ezio Taddei
POLEMOS
Violenza alla ThyssenKrupp
di Giovanna Cracco
Eterni fedeli
di Luciana Viarengo
Dietrologia, segreti, confusione
di Marco Despontin
Il movimento del Così non si può andare avanti
di Antonio Steffenoni
INTERVISTA
Carlo Flamigni. La violenza dei valori
di Daniele Patelli
INCHIESTA
Crisi di sistema
di Giovanna Baer
RACCONTI
La lezione
di Sabrina Campolongo
La lettera del giocatore di sette e mezzo
di Felice Bonalumi
DIRE E CONDIRE
La mammella della repubblica
di Felice Accame
FILO-LOGICO
La verità storica al tempo della moviola
di Davide Pinardi
LE INSOLITE NOTE
Cinematic Orchestra – Ma Fleur
di Augusto Q. Bruni
SOTTO I RI(F)LETTORI
Esorcismi letterari
recensione di Roma senza papa, Guido Morselli
di Luciana Viarengo
BUONE NUOVE
Un circo senza nani e ballerine
recensione di Il circo capovolto, Milena Magnani
di Luciana Viarengo
IN LIBRERIA
La moglie che ha sbagliato cugino, Umberto Domina(G. Cracco)
Dieci, Andrej Longo (Lu.Vi)
Se consideri le colpe, Andrea Bajani (G. Cracco)
PAROLE SULLA TELA
Claudio Onorato: i labirinti della vita
di Chiara Carolei
CORIANDOLI
Un’idea sui sondaggi
Dell’alto e del basso
Cannolo o cannoli
Critico a metà
di Antonio Steffenoni
VOCABOLARIO STORICO
Patriota
di Nicola Loda
anno II, numero 7
aprile – maggio 2008
Edizioni paginauno
formato: 21 x 30 – pagg. 64
ISSN: 1971343600007