La suggestione che emana dalla musica contenuta in questo CD è grandissima. A cosa mi viene da pensare? A nulla, perché quando ascolto musica non per analizzare armonie, melodie, dialoghi tra strumenti, la musica evoca dal mio subconscio ciò che con essa vibra. Questione di frequenze che si intersecano e sovrappongono ma, in certi casi, ci sono odori, sapori, persino qualche flash di luoghi attraversati. Ecco perché si dice che tutta la musica è, almeno un poco, magica per sua intima virtù.
Questo CD mi ha fatto viaggiare per tutte le località del Mediterraneo che ho conosciuto: Venezia, in primo luogo (dove ho ascoltato il CD e letto il libro), la costa Dalmata, quella delle isole Jonie della Grecia come Zante, Lefkada e Cefalonia e poi Creta e Rodi, la costa turca tra Marmaris, Bodrum (l’antica Alicarnasso) e Smirne e poi Alessandria, Tunisi, Gibilterra, la interminabile costa portoghese prima e spagnola poi, infine Marsiglia, Nizza e Genova… e poi c’è tutta l’Italia costiera. Ogni sosta un porto; ogni porto una badilata di storie, colori, soprattutto i colori: una paletta immensa dal viola cupo al giallo pallido e miliardi di tonalità diverse; così come gli odori della cucina, sempre e comunque familiare.
Qualcuno mi ha fatto osservare per la prima volta la carta del Mediterraneo: una visione dove il fondo della cartina è quello che chiamiamo improvvidamente il Medio Oriente (Siria, Libano, Israele, Egitto) e in cima alla cartina c’è lo stretto di Gibilterra. Visto così, per la prima volta, il Mediterraneo si rivela essere molto più simile a un enorme lago che a un mare. E mi è venuto da pensare che forse, una volta, dalla fine dell’Impero Romano a tutto il Settecento, esisteva un’unica nazione composta da tutte le estensioni costiere dei singoli Paesi. Un’estensione i cui capi puoi raggiungerli via terra, è vero. Ma è la via più lunga ed estremamente più rischiosa, mica per gli animali selvaggi (che pure c’erano ancora) ma per via degli umani di terra, che se non hanno confini e frontiere da difendere inzeppano i percorsi con mille e mille difficoltà dalle malattie alle dogane. Gli umani liberi scelgono il mare…
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