• chi siamo
  • contatti
No Result
View All Result
martedì, 10 Giugno 2025
  • Login
Newsletter
Rivista Paginauno
Abbonamenti
  • Ultimo Numero
  • Politica
    • Politica
    • Guerra
    • Internazionale
  • Economia
    • Economia
    • Lavoro
  • Inchieste
    • Dura Lex
    • Politica / Economia
  • Unione Europea
  • Società
    • Società
    • Nuove Tecnologie
    • Ambiente
    • Covid-19
  • Cultura
    • Letteratura
    • Cinema
    • Musica
    • Filo-logico
    • Suggerimenti di lettura
  • CORSI & WORKSHOP
  • Ultimo Numero
  • Politica
    • Politica
    • Guerra
    • Internazionale
  • Economia
    • Economia
    • Lavoro
  • Inchieste
    • Dura Lex
    • Politica / Economia
  • Unione Europea
  • Società
    • Società
    • Nuove Tecnologie
    • Ambiente
    • Covid-19
  • Cultura
    • Letteratura
    • Cinema
    • Musica
    • Filo-logico
    • Suggerimenti di lettura
  • CORSI & WORKSHOP
No Result
View All Result
Rivista Paginauno
No Result
View All Result
Home Politica Guerra

Gaza 2035. Il piano di Netanyahu

Rivista Paginauno by Rivista Paginauno
15 Luglio 2024
in Guerra
0
Gaza 2035. Il piano di Netanyahu

Fonte: "From crisis to prosperity. Plan for the Transformation of the Gaza Strip", Ufficio del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, maggio 2024

  • (Paginauno n. 87, luglio – settembre 2024)

Presentato a maggio e subito nascosto alla scena, il progetto prevede di ricostruire da zero la Striscia, collegarla alla penisola arabica con nuove infrastrutture, trasformarla in una zona di libero scambio detassata e offrirla ai “Paesi arabi moderati”

Il 3 maggio Netanyahu presenta Gaza 2035. Dalla crisi alla prosperità, il primo piano post guerra proposto da Israele (1). Di fatto appare più un desideratum che un progetto realistico, e probabilmente un primo amo lanciato ai Paesi arabi definiti “moderati”; tant’è che sparisce in fretta dall’agenda politica – anche se ciò non vuol dire che sia stato archiviato: potrebbe riapparire sul tavolo, con qualche modifica. Lo pubblichiamo integralmente, immagini comprese, con traduzione a cura di Paginauno, perché solo leggendolo direttamente e nella sua totalità è possibile comprendere a pieno la forma mentis colonialista che lo muove.

Al di là del contenuto, spicca in primo luogo l’assenza della voce dei palestinesi, non più soggetti bensì oggetti sui quali far ricadere e implementare le decisioni di Israele – in linea con la strategia militare che, nel migliore dei casi, li considera nulla più che ‘danni collaterali’ sacrificabili sull’altare del perseguito ‘annientamento’ di Hamas. Quale futuro, dunque, quale struttura economica, quale società, sono scelte che il governo Netanyahu prende al posto dei palestinesi stessi. D’altra parte, politicamente il piano non prevede la nascita di alcuno Stato di Palestina – tuttalpiù, a precise condizioni, l’instaurazione a lungo termine di un “autogoverno palestinese” – e “Israele si riserva il diritto di agire contro le minacce alla sicurezza”, ossia il diritto perpetuo a controllare militarmente Gaza e la Cisgiordania.

In seconda battuta, il piano dal punto di vista economico, aspetto tutt’altro che secondario. Guerra, distruzione e morte si trasformano in “opportunità” di investimenti, coinvolgendo direttamente Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto, Bahrein, Giordania e Marocco e indirettamente Stati Uniti ed Europa: i primi, soprattutto, troveranno un intero territorio sul quale “costruire da zero città pianificate, moderne e dinamiche” e un mercato per “materie prime e servizi” collegato alla penisola arabica con nuove linee ferroviarie, mentre tutti guadagneranno dalla creazione di una zona di libero scambio detassata e dalla costruzione di un’industria per auto elettriche e batterie la quale, supportata energicamente dal “bacino di gas di Gaza” e grazie a manodopera palestinese “relativamente economica”, potrà “stabilizzare la concorrenza con i produttori cinesi”.

Qualche dato sulla distruzione della Striscia di Gaza, per poter intuire la portata degli interessi che iniziano a muoversi intorno alla ricostruzione. Il 2 maggio Abdallah al-Dardari, direttore dell’ufficio regionale del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) per gli Stati arabi, presenta il report War in Gaza: Expected Socioeconomic Impacts on the State of Palestine (2): il 72% delle abitazioni è demolita, il sistema educativo è collassato (100 tra scuole e università sono totalmente disintegrate e 305 lo sono in parte), solo il 28% delle strutture sanitarie è parzialmente funzionante, strade, rete fognaria, condutture idriche e infrastrutture varie sono di fatto distrutte. Ci sono 37 milioni di tonnellate di detriti da rimuovere e per la ricostruzione occorreranno tra i 40 e i 50 miliardi di dollari e, “in uno scenario ottimistico”, almeno quindici anni, fino al 2040. “Per intensità, in un tempo così breve, e per scala di distruzione” afferma Abdallah al-Dardari, “non si vedeva qualcosa di simile dalla seconda guerra mondiale”. Insomma, Netanyahu si appresta a offrire un deserto di macerie su cui fare affari.

Dalla crisi alla prosperità
Piano per la trasformazione della Striscia di Gaza: dall’Iran a un asse moderato

L’obiettivo. Una Gaza prospera, facente parte di un’architettura regionale abramitica.

Il rischio. Gaza è un avamposto iraniano che sta sconvolgendo l’architettura regionale moderata, sabotando le catene di approvvigionamento emergenti dall’India attraverso la Striscia di Gaza fino all’Europa, e vanifica ogni futura speranza politica palestinese.

Opportunità. Gaza prosperò in passato come crocevia tra due antiche rotte commerciali: la rotta marittima (Egitto→Gaza→Babilonia) e la rotta dei profumi (India→Yemen→Arabia Saudita→Europa). Può ritornare e prosperare nel centro dell’architettura regionale moderata.

Il piano

Dalla crisi alla prosperità per costruire l’autogoverno a Gaza

12 mesi. Aiuto umanitario.

  • Israele crea aree sicure libere da Hamas (iniziando dal nord della Striscia di Gaza e diffondendosi gradualmente all’intera Striscia di Gaza);
  • Paesi arabi (Arabia Saudita, Emirati, Egitto, Bahrein, Giordania, Marocco) nominano e supervisionano gli aiuti umanitari nelle zone sicure;
  • I palestinesi di Gaza gestiscono le zone sicure sotto la supervisione araba.

5-10 anni. Organismo multilaterale.

  • Israele mantiene la responsabilità generale della sicurezza;
  • I Paesi arabi formano un organismo multilaterale che supervisionerà, guiderà e finanzierà l’Autorità per la ricostruzione di Gaza (“Autorità per la riabilitazione”);
  • I palestinesi di Gaza dirigono l’Autorità per la riabilitazione che si assume la responsabilità della gestione delle zone sicure;
  • Attuazione del “Piano Marshall” e de-radicalizzazione…

Continua a leggere acquistando il numero 87

copia digitale PDF: 3,00 euro
copia cartacea: 12,00 euro

Acquista copia (arretrati) o abbonati qui
Tags: israelepalestina
Previous Post

CPI: la richiesta di mandati di arresto per Netanyahu e Gallant

Next Post

Numero 87 | Luglio-Settembre 2024

Next Post
Numero 87 | Luglio-Settembre 2024

Numero 87 | Luglio-Settembre 2024

No Result
View All Result

Articoli recenti

  • Numero 91 | Maggio-Giugno 2025
  • Cina. La corsa allo Spazio è una corsa alla guerra (terza parte)
  • L’influenza di Big Crypto nelle elezioni statunitensi
  • Lobby nell’Unione europea. L’industria chimica e la proposta che vuole vietare i PFAS
  • La condanna ONU dell’occupazione israeliana (seconda parte)

Commenti recenti

    Categorie

    • POLITICA
      • Politica
      • Guerra
      • Internazionale
    • ECONOMIA
      • Economia
      • Lavoro
    • INCHIESTE
      • Dura Lex
      • Politica/Economia
    • UNIONE EUROPEA
    •  
    • ARCHIVIO
      • No Expo 2015
      • Processo Brega Massone
    •  
    •  
    • SOCIETÀ
      • Società
      • Nuove Tecnologie
      • Ambiente
      • Covid-19
    • CULTURA
      • Letteratura
      • Cinema
      • Musica
      • Filo-logico
      • Suggerimenti di Lettura
      •  
    • CORSI & WORKSHOP
     
    • PERCORSI STORICI
    • TUTTI I NUMERI

    Paginauno

    Testata registrata presso il Tribunale di Monza, Registro periodici n° 1429 del 13/12/1999

    Associazione Edizioni Paginauno
    Via R. Pitteri 58/60
    Milano
    P.I. 12182520960

    LA CASA EDITRICE
    Edizioni Paginauno 

    CHI SIAMO
    CONTATTI

    Supporta il giornalismo indipendente di Paginauno

    2020 © RIVISTA PAGINAUNO 

    PRIVACY | COOKIE | TERMINI

    Welcome Back!

    Login to your account below

    Forgotten Password?

    Retrieve your password

    Please enter your username or email address to reset your password.

    Log In
    No Result
    View All Result
    • Ultimo Numero
    • Politica
      • Politica
      • Guerra
      • Internazionale
    • Economia
      • Economia
      • Lavoro
    • Inchieste
      • Dura Lex
      • Politica / Economia
    • Unione Europea
    • Società
      • Società
      • Nuove Tecnologie
      • Ambiente
      • Covid-19
    • Cultura
      • Letteratura
      • Cinema
      • Musica
      • Filo-logico
      • Suggerimenti di lettura
    • Corsi & Workshop
    • Newsletter
    • Abbonamenti
    • Tutti i numeri
    • Archivio
      • No Expo 2015
      • Processo Brega Massone
    • Percorsi storici
    • La casa editrice

    © 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.

    Questo sito utilizza cookie di profilazione propri e di altri siti per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Se vuoi saperne di più clicca qui.Se accedi a un qualunque elemento sottostante questo banner acconsenti all’uso dei cookie.