Recensione del film Good Bye, Lenin!, Wolfgang Becker
“La piramide di Cheope
volle essere ricostruita
in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista.”
Fabrizio De André, La domenica delle salme
Il 9 novembre 1989 il governo della DDR (Repubblica democratica tedesca) dichiara aperte le frontiere con la RFG (Repubblica federale tedesca). E l’inizio del processo di annessione dello Stato orientale a quello occidentale, concluso il 3 ottobre 1990. Termina cosi, dopo quarantuno anni, l’esperienza socialista in Germania Est, iniziata il 7 ottobre 1949 a seguito della proclamazione unilaterale della Germania Ovest. Fino a quel momento, la DDR era stata il fiore all’occhiello in quanto a economia, sviluppo tecnologico, qualita della vita e risultati nello sport degli Stati che avevano firmato il Patto di Varsavia.
Durante la ricostruzione, il Sed (Partito di unita socialista di Germania) era riuscito a realizzare un’agricoltura autosufficiente, una robusta industria chimica e siderurgica (favorita dal territorio ricco di lignite e potassa) e una dignitosa rete di trasporti su strada e ferrovia. Il sistema politico e sociale garantiva per legge il lavoro a tutti, e le differenze tra gli stipendi erano minime (se un commesso guadagnava 800 marchi al mese, un ingegnere mai piu di 1.200). Scuola e sanita erano gratuite, e le donne avevano diritto a una sovvenzione economica per la maternita per un periodo di sei settimane sia prima che dopo il parto. Gli affitti degli appartamenti erano alla portata di tutti (una media di un marco per metro quadro al mese) e non subivano aumenti per decenni, cosi come un panino costava nel 1989 tanto quanto vent’anni prima.
L’altra faccia della medaglia era la repressione poliziesca (evidente fin dai moti operai del 16 e 17 giugno 1953 dovuti all’innalzamento del 10% delle quote di lavoro, contro cui intervenne il Gruppo di forze sovietiche in Germania con 5.000 persone arrestate e un numero di vittime compreso tra cinquantuno e centoventicinque, a seconda delle fonti), la censura, l’impossibilita di esprimere un’opinione personale contraria a quella del partito, il controllo soffocante operato a questo scopo dal Ministerium fur Staatssicherheit (Ministero per la Sicurezza di Stato), meglio conosciuto come Stasi, che verso la fine della DDR contava una spia ogni cinquantanove abitanti e tra il 1950 (anno della sua fondazione) e il 1990 fece 40.000 prigionieri, tutti detenuti nel carcere di Hohenschonhausen.
Sul piano economico, le conseguenze del cambio di regime furono devastanti: tre milioni di disoccupati dalle fabbriche non piu in grado di reggere la concorrenza occidentale, aumento vertiginoso degli affitti dovuto alla privatizzazione degli appartamenti e generale rincaro dei prezzi. Appena sei mesi dopo la fine della DDR, il 5 maggio 1990, a Lipsia le persone scendono ancora in piazza a protestare, ma questa volta contro il sistema capitalista. Inizia cosi, gia all’indomani della Wende – il passaggio dal sistema economico pianificato al libero mercato – a manifestarsi quel sentimento di rifiuto del mondo occidentale e di rimpianto di quello socialista che viene presto definito ostalgia (crasi tra osten, est, e nostalgie, nostalgia), parola inserita nel 1993 dalla Gesellschaft fur Deutsche Sprache (Societa per la lingua tedesca) nell’elenco delle dieci piu rappresentative dell’anno.
All’insicurezza economica e sociale introdotta dal libero mercato si somma, inoltre, l’impressione di vivere in un Paese sotto occupazione coloniale. Come spiega la professoressa Riccarda Bethke, intervistata da Maurizio Carta per il documentario Ostalghia – La nostalgia dell’Est (1): “Nelle cariche dirigenziali c’e sempre qualcuno che viene dalla Repubblica federale. E tra i cittadini della ex DDR circola il malcontento. Non e possibile che non ci sia anche tra noi qualche dirigente capace, perfino negli ospedali, che erano il nostro orgoglio. Insomma, tutto e stato rimpiazzato. C’e la sensazione di essere stati assunti come supplenti”.
Infine, l’acuta individualizzazione operata dal capitalismo – che vive di competizione e concorrenza – viene avvertita con sofferenza da coloro che ricordano come, al contrario, nella DDR le persone sviluppassero maggiormente sentimenti di solidarieta e coesione. Andreas Ludwig, direttore del museo dedicato alla DDR aperto nel 2006 a Berlino, intervistato da Maurizio Carta per lo stesso documentario, nota come esista ancora una forte differenza di valori tra la popolazione tedesca dell’Ovest e quella dell’Est.
Cosi vent’anni dopo l’annessione alla RFG la maggior parte degli abitanti dell’Est – i cosiddetti Ossis – rimpiangono le condizioni di vita sotto la DDR. E quanto emerge dal sondaggio dell’Istituto Emnid, commissionato dal governo tedesco e portato all’attenzione dell’opinione pubblica dal quotidiano Berliner Zeitung il 26 giugno 2009. Piu che rappresentare un generico trionfo del mondo libero sul totalitarismo, come vorrebbe una certa retorica, la Wende – e, piu in generale, la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 – e stata una catastrofe socio-economica che si e abbattuta, come un terremoto, sulle popolazioni interessate.
Come scrive Roberto Sinigaglia, professore di Storia della Russia e dell’Europa Orientale all’Universita di Genova, nel suo articolo Dalla dissoluzione dell’Urss alla Russia di Putin (2): “La produzione industriale nel lustro successivo alla caduta dell’Urss diminui di piu della meta. Cio creava una sorta di effetto domino su tante comunita locali perche le strutture sociali erano finanziate dall’apparato industriale: la chiusura di numerose fabbriche, oltre a produrre disoccupazione, significo pertanto, in molti casi, l’indebolimento sia dell’apparato educativo con l’aumento dell’analfabetismo, sia delle strutture ospedaliere con l’innalzamento della mortalita infantile e diminuzione della durata media della vita. Per la prima volta nella storia della Russia moderna si e assistito a una contrazione demografica preoccupante che persiste ancor oggi, nonostante il massiccio afflusso di russi da altre repubbliche un tempo parte dell’Unione. La ricerca scientifica, orgoglio della societa sovietica, prese a languire per mancanza di fondi, tanto che numerosi furono gli scienziati che sono emigrati in Occidente.
Le numerose riviste politico-letterarie che avevano infiammato gli animi giungendo, come il Novyi mir, a vendere sino a tre milioni di copie, stentavano a sopravvivere. Da allora fino ai giorni nostri s’e aperta una forbice tra il livello di estrema ricchezza di alcuni sottili strati della societa e la grande maggioranza della popolazione che vive nel disagio economico”.
Se il blocco sovietico non e crollato solo sotto il peso delle sue contraddizioni interne, e pur vero che queste ultime ebbero un ruolo rilevante in tal senso. Contraddizioni che non vengono nascoste nel film Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker, dove Daniel Bruhl interpreta la parte di Alexander Kerner, un ragazzo che, almeno inizialmente, e insofferente nei confronti della DDR e ne auspica la caduta. Per questo motivo il 7 ottobre 1989, il quarantesimo anniversario dello Stato socialista, partecipa a una manifestazione di protesta contro il regime in cui si invoca la liberta di stampa, dove viene picchiato e arrestato.
La madre Christiane (Katrine Sass) assiste alla scena e ha un infarto, in seguito al quale entra in coma. Ci resta per otto mesi, durante i quali il mondo attorno a lei cambia radicalmente: il 18 ottobre 1989 il Segretario generale del Comitato centrale del Partito di unita socialista, nonche Presidente del Consiglio della Repubblica democratica tedesca, Herich Honecker, chiede di essere sollevato dall’incarico per motivi di salute, e poco dopo, il 9 novembre 1989, vengono dichiarate aperte le frontiere con la RFG. Alex ne approfitta per condurre quelle che lui stesso definisce le sue “prime esperienze culturali in quella terra inesplorata”, ovvero una visita in un negozio di riviste e cassette hard.
Nel frattempo avvengono le prime elezioni; Ariane (Maria Simon), sorella di Alex, abbandona la facolta di economia per andare a lavorare come cassiera in un Burger King, dove conosce il fidanzato, Reiner (Alexander Beyer), proveniente dalla Germania Ovest (secondo la definizione di Alex, “addetto alle friggitrici e nemico del popolo”); sempre Ariane gestisce lo “spietato processo di occidentalizzazione” dell’appartamento durante il quale viene sostituita la maggior parte dei mobili; la cooperativa di riparazioni tivu Stella Rossa chiude i battenti, e Alex e costretto a trovare un nuovo lavoro in qualita di “apostolo della parabola satellitare”, ovvero della televisione privata a pagamento. Insomma, la Germania Est fa il suo entusiastico ingresso nella terra promessa capitalista, concetto che viene espresso in chiave simbolica nella scena in cui si assiste a un cambio della guardia tra militari, mentre alcuni camion della Coca-Cola sfilano lungo la strada.
Giunge il momento in cui Christiane si risveglia dal coma. Tuttavia, come spiega il medico ad Alex (uno diverso da quello consultato in precedenza, che evidentemente e emigrato all’Ovest), le condizioni di Christiane sono molto precarie e basterebbe il piu piccolo turbamento per farle avere un secondo infarto, che le sarebbe fatale. Il che rende la situazione estremamente delicata in quanto Christiane e una fervente sostenitrice della causa socialista e della DDR. Scoprire che il mondo e i valori in cui credeva non esistono piu sarebbe cosa ben peggiore di un piccolo turbamento. Alex e dunque deciso a tenerla all’oscuro di tutto e a questo scopo ricrea nella camera della madre, diventata nel frattempo un deposito di cianfrusaglie occidentali, tra cui
un lettino abbronzante, lo stesso ambiente precedente alla Wende.
Per Alex e l’inizio di un percorso di coscienza, che lo porta ad assumere un atteggiamento critico nei confronti dell’Occidente. Emblematica, da questo punto di vista, la scena in cui in banca rifiutano di cambiare i risparmi di Christiane con la nuova valuta, il marco occidentale, in quanto il termine previsto era due giorni prima. Alex, voltandosi verso le altre persone in coda, grida: “Per quarant’anni questi sono stati i nostri soldi. E uno stronzo dell’Ovest si inventa che adesso non valgono piu niente?”.
Reazione che sottolinea l’esasperazione dovuta all’impressione di vivere in un Paese sotto occupazione coloniale (3). Da notare che il ritardo per il cambio e dovuto al fatto che Christiane non ricordava dove avesse nascosto il denaro. Quando finalmente le torna alla mente, Alex viene a sapere che si trova in un cassetto di uno dei mobili fatti portare in strada da Ariane durante lo “spietato processo di occidentalizzazione” dell’appartamento; come a dire che la ricchezza – nel senso piu ampio del termine – della DDR non viene riconosciuta, almeno in un primo momento, nemmeno dalla popolazione, troppo assorbita dal canto delle sirene dell’Ovest per accorgersi di cosa stava realmente accadendo.
Colonizzazione e conseguente perdita di identita che vive anche Klapprath (Michael Gwisdek), ex preside del Politecnico Karl Marx, diventato un alcolizzato in seguito alla Wende. Quando Alex si reca a casa sua per portarlo alla festa di compleanno che ha organizzato in onore di Christiane, lo trova ubriaco fradicio che grida: “E una rovina totale. Una merda totale. E la fine”. Ciononostante, davanti al letto di Christiane, riesce a controllarsi e a recitare il proprio discorso come se nulla fosse cambiato dal 9 novembre 1989. Lo stesso fanno gli altri invitati, ex membri di quello che una volta era il Collettivo di fabbricato, e i bambini del Politecnico pagati da Alex per cantare un inno della Germania Est. L’unico che rischia di mettere in crisi la messinscena e l’occidentale Reiner (parla di Giovani Marmotte anziche pionieri, gerarchi anziche compagni), che dimostra, come gia in altre occasioni, di essere il personaggio col quoziente intellettivo piu basso.
Ma e uno striscione pubblicitario della Coca-Cola, che Christiane vede improvvisamente srotolarsi sulla facciata del palazzo di fronte, a catapultare l’Occidente in quel piccolo angolo di mondo dove ancora sopravvive la DDR. Per giustificarlo Alex e costretto a ricorrere all’amico e collega Denis (Florian Lukas), appassionato di cinema e aspirante regista, col quale gira un finto servizio di telegiornale in cui si afferma che la ricetta della Coca-Cola era stata, in realta, messa a punto in un laboratorio sovietico e poi trafugata dagli americani.
Le menzogne a fin di bene di Alex iniziano cosi a riguardare non piu soltanto il fatto che la DDR esista ancora, ma riscrivono la Storia, creando una versione dello Stato socialista sempre piu simile a quella da lui desiderata. Cio accade in particolare quando Christiane, che fino a quel momento era rimasta bloccata a letto, reimpara a camminare ed esce di casa all’insaputa di tutti. Gia in ascensore, dove su una parete qualcuno ha disegnato un pene e una svastica, sono per lei visibili i primi segni della Wende. All’ingresso del palazzo viene poi a contatto con dei nuovi vicini di casa provenienti dall’Ovest.
Nota inoltre un venditore d’auto, una pubblicita dell’Ikea e una statua di Lenin portata via da un elicottero – scena che, complice la meravigliosa colonna sonora di Yann Tiersen, e una delle piu commoventi del film. A questo punto Alex decide di giocare alto e, sempre con l’aiuto di Denis in qualita di finto conduttore di telegiornale, si inventa che la DDR ha iniziato a ospitare masse di profughi in fuga dall’Occidente: “La disoccupazione, le scarse prospettive per il futuro, il crescente favore di cui gode il partito repubblicano di stampo neonazista hanno spinto numerosi cittadini della Repubblica federale, profondamente smarriti e disgustati, a voltare le spalle al sistema capitalista e a cercare asilo in un Paese nel quale vivere piu dignitosamente”.
Si giunge cosi alla scena ambientata nella dacia, dove Christiane rivela ai figli la verita sul loro padre, Robert (Burghart Klausner). Infatti, fino a quel momento, erano convinti che lui fosse scappato all’Ovest per stare con un’altra donna, motivo per cui Christiane sarebbe caduta in depressione, rimanendo in uno stato catatonico per otto settimane. Si notano qui due parallelismi: uno tra la precedente malattia di Christiane e quella attuale, l’altro tra la menzogna di Alex e quella della madre. A Ovest, insieme a Robert, sarebbero dovuti andare tutti. Nel discorso di Christiane emergono le contraddizioni relative alla vita nella Germania Est: “Gli stavano rendendo la vita impossibile perche non era iscritto al partito. Era un inferno.
“Lui non lasciava trapelare nulla in casa. Ma io mi accorgevo di tutto. Pero non sono stata in grado di aiutarlo. Finche non dovette andare a quel congresso a Berlino Ovest. Avevamo solo due giorni per organizzarci. L’idea era che lui si sarebbe fermato la, e noi l’avremmo raggiunto successivamente. Confesso: mi e mancato il coraggio. Ero letteralmente in preda al terrore. Voi non avete idea di cosa significhi chiedere un visto per un viaggio all’estero con due bambini al seguito. E un incubo. A volte possono passare anni, senza contare il rischio di vederseli togliere i figli. Non me la sono sentita. E stato il piu grave errore della mia vita. Me ne accorgo adesso. Vi ho mentito e ora vi chiedo perdono”.
Poco prima di stare male e dover essere portata nuovamente in ospedale, Christiane esprime il desiderio di rivedere un’ultima volta Robert. Alex e deciso a esaudirlo e si reca all’indirizzo segnato sulle numerose lettere che il padre aveva mandato loro, tenute nascoste da Christiane per tutto quel tempo. L’incontro avviene durante una festa in suo onore. Si capisce che Robert e benestante, ha una nuova famiglia e numerosi amici. Alex si siede sul divano insieme ai suoi due fratellastri, un maschio e una femmina, che stanno guardando il cartone animato di Sabbiolino. Cio ricollega la scena a un’altra all’inizio del film in cui Alex ammira alla televisione il suo mito dell’infanzia, Sigmund Werner Paul Jahn, il primo cosmonauta della DDR a essere lanciato nello spazio nel 1978.
Qui Jahn porta come mascotte proprio un pupazzetto di Sabbiolino e uno di Masha (altro personaggio del cartone), a cui fa celebrare un “matrimonio cosmico”, richiamo per contrasto alla separazione tra Christiane e Robert. Ma non e certo questa la prima volta nel corso del film in cui viene fatto riferimento allo spazio. In uno dei video di matrimoni che gira per arrotondare, Denis inserisce una citazione di 2001: Odissea nello spazio, col bouquet di fiori lanciato in aria come l’osso di Kubrick e la torta nuziale al posto dell’astronave. La stessa citazione viene operata da Wolfgang Becker nella scena in cui Alex bambino fa partire un razzo giocattolo, e la telecamera segue l’ascesa di quest’ultimo. Quando l’inquadratura si sposta nuovamente verso il basso, Alex e ormai un ragazzo che beve una birra seduto su una panchina.
Il significato simbolico di tale elemento esplode alla fine del film, quando Alex fa recitare un discorso di insediamento (registrato su cassetta) al tassista che lo ha accompagnato a casa del padre, un sosia di Sigmund Jahn, il quale nella sua personale versione della DDR diventa il successore di Honecker alla presidenza del Consiglio: “Cari concittadini e care concittadine della Repubblica democratica tedesca, chi come me ha avuto la fortuna di ammirare il nostro piccolo pianeta azzurro dalle lontane profondita dello spazio ha uno sguardo diverso. Perche da lassu, negli spazi interstellari, la vita degli esseri umani appare piccola e insignificante. E viene da chiedersi: dove stiamo andando? Quali sono i nostri obiettivi e quali le nostre conquiste? Oggi compiamo quarantuno anni, un millesimo di secondo in relazione all’universo. Ma per noi quest’ultimo anno ha avuto il valore di un intero secolo. I nostri nemici di un tempo vivono ora al nostro fianco e sono i nostri vicini di casa. Questo non e certo il migliore dei Paesi, ma i valori in cui crediamo continuano a entusiasmare uomini e donne di tutto il mondo. Spesso abbiamo perso di vista i nostri reali traguardi, e vero, ma ora ne siamo coscienti. Il socialismo non e nato per innalzare i muri. Socialismo significa tendere la mano agli altri e con essi convivere pacificamente. Non e il sogno di un visionario, ma un preciso progetto politico. Ed e per questa ragione che oggi dichiaro aperte le frontiere della Repubblica”.
Poco importa che Christiane sappia ormai tutto della Wende, anche se non lo dice a nessuno – gliene ha parlato Lara (Culpan Nailevna Chamatova), la ragazza di Alex, mentre quest’ultimo arrivava in ospedale col padre. Nel momento in cui il finto Jahn recita il suo finto discorso, Christiane continua a guardare il figlio, e quella che prova e vera commozione. Se la DDR cosi come l’ha rappresentata Alex per lei non e mai esistita nella realta, gli ideali di cui e stata portatrice, quella tensione verso l’alto espressa dallo sguardo rivolto al cosmo, l’emancipazione dell’essere umano da ogni forma di sfruttamento, quel sogno di una cosa evocato da Marx e da cui Pasolini ha tratto il titolo del suo primo romanzo, tutto questo vive nella bellezza di quanto un figlio e riuscito a fare per sua madre poco prima che morisse – e ancora resiste in chi non accetta di arrendersi alla barbarie della (il)logica capitalistica.
1) La storia siamo noi, Rai educational, puntata 438
2) R. Sinigaglia, Dalla dissoluzione dell’Urss alla Russia di Putin, nuvole.it, 11 febbraio 2013
3) Altra conseguenza della colonizzazione è l’invasione di prodotti occidentali, come sottolinea la scena in cui Alex è alla disperata ricerca di un barattolo di cetrioli dello Spreewald da portare alla madre, ma ne trova solo di olandesi
3) Ex membro del partito nazista, durante l’occupazione di Boemia e Moravia era stato gestore delle industrie lì presenti e dopo la caduta del regime aveva fatto carriera nella Cdu