UNA MODICA QUANTITÀ DI CRIMINE, Nils Christie, Edizioni Colibrì, 207 pagg., 14,00 euro
Il concetto di ‘crimine’ è il prodotto di un processo culturale e sociale, ed è solo uno dei modi per definire un atto ‘indesiderato’. Il crimine è quindi una risorsa inesauribile e adattabile a ogni necessità di controllo, ed è soprattutto la semplice e repressiva soluzione politica ai conflitti sociali: i Paesi caratterizzati da un solido sistema di welfare sono infatti quelli che registrano il minor tasso di carcerazione, e il martellamento mediatico sull’‘emergenza criminalità’ e la ‘tolleranza zero’ si è sviluppato parallelamente al neoliberismo economico. Contemporaneamente l’isolamento umano e sociale che caratterizza le attuali società delega al sistema penale la soluzione di ogni conflittualità, una distanza che nega qualsiasi principio di mediazione e compensazione e vede nella cultura della punizione, la pena della carcerazione, l’unica risposta possibile. Nils Christie, classe 1928 – che si situa tra i minimalisti nel dibattito sul sistema carcerario – analizza il concetto di crimine, il suo valore d’uso, i sistemi penali dei due grandi incarceratori mondiali, Usa e Russia, e si domanda: quando il numero dei detenuti raggiunge un livello inaccettabile? Perché “la maggior parte dei prigionieri in tutti i Paesi, indipendentemente dal sistema politico, sono poveri e miserabili”. (Gio Sandri)
RAZZA E DIRITTO NELL’ESPERIENZA COLONIALE ITALIANA, Michele Bonmassar, Sensibili alle foglie, 223 pagg., 18,00 euro
La storiografia ufficiale vuole l’Italia un Paese scevro da un razzismo di matrice istituzionale, e rappresenta le leggi razziali del 1938 come un evento isolato nato sotto influenza dell’alleato nazista; eppure basta scorrere lo sviluppo dell’impianto giuridico coloniale dall’Unità al ’45, per rendersi conto di quanto le politiche razziste traccino una linea di continuità tra l’Italia liberale e il regime fascista, che attua semplicemente l’estremizzazione di provvedimenti razziali già esistenti. Lungo l’intero percorso, è l’apparato scientifico a fornire un supporto indispensabile. Se nella fase post-unitaria il ‘razzismo scientifico’ ha prima servito la causa della creazione di un’identità nazionale e poi ha legittimato il colonialismo di stampo paternalistico e civilizzatore, in epoca fascista un’accademia divenuta organica al regime ha contribuito alla nascita del mito ariano e della politica di ‘difesa della razza’, supportando ferocia, sterminio e segregazione nelle colonie africane e i provvedimenti razziali in Italia. Linearità, rigore e una ricca documentazione caratterizzano il percorso tracciato da Bonmassar, lungo quella che è stata “una vera e propria costruzione giuridica della razza”. Una lettura indispensabile per iniziare a fare i conti con la propria Storia, politica e culturale. (Gio Sandri)
TELEVISIONE, Carlo Freccero, Bollati Boringhieri, 172 pagg., 9,00 euro
Nonostante ne abbiano dichiarato il progressivo spegnimento, con l’avvento della rete, la televisione è più accesa che mai ed è ancora il medium dominante. La tv commerciale ha compiuto il passaggio dal politico al privato, dalla cultura (pedagogica) al consumo, dalla notizia all’infotainment, e ci ha consegnato una televisione che crea la “dittatura della maggioranza” (audience); oltre a essere autoreferenziale fino al parossismo, e strumento perfetto dell’industria culturale, con l’occultamento delle dinamiche del sistema produttivo attraverso l’omologazione interclassista dei consumi e la creazione dell’elettore-massa. McLuhan, Scuola di Francoforte, Postman… ci sono tutti nell’acuta analisi di Freccero, che attraversa gli ultimi trent’anni di vita televisiva e politica del Paese, e va oltre. Perché la domanda fondamentale è: un medium modifica la cultura della sua epoca o ne è specchio? Di sicuro, apocalittici non ce ne sono più. Da tempo ormai la televisione non è più criticata come medium ma solo sul piano dei contenuti, a dimostrazione di quanto il pensiero unico neoliberista sia divenuto egemone, e ogni cosa – non solo la televisione – sia oggi “naturalmente di destra”. Forse internet sarà il medium di un’altra epoca, spostando il piano dalla massa alla moltitudine. Forse. (Gio Sandri)