Carlo Osta
L’immigrazione, la violenza della polizia, le sommosse, il razzismo e la politica che lo cavalca; il National Front, gli Skinheads, il Paki-bashing, il Nigger-bashing e il Wog-bashing; i Teddy Boys, il Commonwealth Immigrants Act e la distinzione tra Patrial e Non Patrial; la campagna elettorale del 1979 del Partito Conservatore di Margaret Thatcher carica di retorica anti-immigrazione. In Anatomia di una rivolta – pubblicato in Italia da Paginauno – John Wainwright viviseziona la dinamica di un riot e Carlo Osta, nella Postfazione al romanzo che qui pubblichiamo, contestualizzando i fatti e ricostruendoli storicamente, rivolta dopo rivolta ricorda quanto la violenza razziale faccia parte della società britannica.
Gli eventi narrati in Anatomia di una rivolta e la rappresentazione delle dinamiche che scatenano l’episodio di violenza in strada, hanno il loro seme nel contesto di tensione latente della multietnica società britannica. Una storica disarmonia che affonda le sue radici nelle relazioni all’interno della composizione sociale e in una sommersa conflittualità, alimentata da strati di crescente sfiducia verso le istituzioni ufficiali.
Wainwright descrive con precisione il meccanismo attraverso il quale, con la morte di Benjamin Swale, si innesca un vorticoso processo che sfocia nel tentativo di assalto alla centrale di polizia. Una rappresentazione che riporta alla mente i disordini per le strade di Londra nell’agosto del 2011, disordini che nei loro caratteri generali non si discostano dagli eventi immaginati da Wainwright e avvengono in reazione a un fatto, e inserite in un contesto, che delineano la profondità della questione razziale all’interno della storia britannica, seppure con alcune diversità legate al periodo preso in considerazione dallo scrittore.
Il 2011 è un anno denso di eventi per la storia del Regno Unito. A partire da marzo, il conflitto in Libia vede impegnato il contingente britannico in un ruolo di primo piano. In aprile, milioni di persone in ogni parte del mondo assistono alle celebrazioni del matrimonio tra il principe William e Kate Middleton. In luglio, News of the World, il settimanale di proprietà del gruppo Murdoch, interrompe la sua pubblicazione in seguito alle evoluzioni dello scandalo sulle intercettazioni.
Nel pomeriggio di sabato 6 agosto, circa un centinaio di persone stanno marciando verso la centrale di polizia di Tottenham, a Londra, in una manifestazione organizzata per la morte di Mark Duggan, avvenuta pochi giorni prima, in circostanze poco chiare. Il ragazzo, 29 anni e di etnia mista, è stato colpito da un proiettile sparato da un poliziotto, mentre era sotto sorveglianza per un sospettato coinvolgimento in attività criminali.
Alle sei di sera, la polizia locale di Tottenham richiede l’invio di rinforzi. Il passaparola riguardante un agente di polizia che ha costretto sul marciapiede una ragazzina di sedici anni colpendola con uno sfollagente, aumenta il livello di tensione. Un’ora più tardi, la centrale è bersagliata dal lancio di pietre e bottiglie, e il pianterreno viene evacuato. Nelle ore successive, inizia un saccheggio ai danni di banche, negozi e altri esercizi commerciali della zona; una folla di circa duecento persone attacca il Tottenham Hale Retail Park, mentre un altro centinaio fa irruzione nel vicino centro commerciale di Wood Green. I disordini continuano per tutta la notte, e nella giornata di domenica si estendono ai quartieri di Enfield, Hackney, Walthamshow e Croydon. Lunedì, violenze avvengono anche in altre città inglesi, a Birmingham, Liverpool, Nottingham e Manchester. Il pomeriggio di mercoledì, con l’incremento degli agenti di polizia a Londra, dai 3.000 di sabato pomeriggio ai 16.000, la situazione ritorna sotto il controllo delle forze dell’ordine.
Questa esplosione di violenza è un fatto straordinario nella storia del Regno Unito. Per quattro giorni migliaia di persone prendono parte ai disordini, e la polizia perde il controllo su una vasta parte del territorio, compresi i due terzi dell’area metropolitana di Londra. Il Parlamento viene convocato d’urgenza e il primo ministro Cameron deve rientrare dalle vacanze all’estero. Cinque sono le vittime civili alla fine dei disordini e circa tremila le persone in stato di arresto.
Ci sono vari motivi per affermare una diversità tra questi episodi e le rivolte razziali degli anni precedenti…
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