Kurmo Konsa*
Il superamento dei limiti biologi e il ‘perfezionamento’ degli esseri umani tramite la tecnologia: visioni che richiamano escatologie religiose e parallelismi con l’elisir di Bacone
Introduzione: umani e tecnologia
La società umana è in gran parte basata su strumenti e tecnologie in costante trasformazione (Ferkiss 1969: 49). Nel corso della storia, nuove tecnologie sono state continuamente sviluppate e applicate, sostituendo quelle esistenti. Naturalmente la tecnologia, da sola, non cambia la società; tuttavia, vi è intrecciata. Quando le tecnologie esistenti vengono sostituite da nuove, un’ondata di cambiamento influenza l’intero sistema complessivo, che comprende produzione, marketing, pubblicità e consumo. Non c’è dubbio che viviamo nell’era della tecnologia e, sebbene in un modo o nell’altro essa sia sempre stata una parte inseparabile della cultura, non ha mai definito la natura umana a tal punto. Di certo gioca un ruolo cruciale nel rapporto tra l’uomo e la natura, poiché li collega, agendo come una sorta di intermediario; modella e, allo stesso tempo, descrive, la relazione che l’uomo ha con l’ambiente circostante. Potremmo dire che la tecnologia è uno strumento per naturalizzare la cultura e coltivare la natura.
La questione del rapporto tra tecnologia e umano non è stata affatto inventata nel XX secolo; ha una lunga storia e la maggior parte dei problemi che oggi incontriamo sono stati discussi in precedenza, così come la maggior parte degli argomenti utilizzati nei dibattiti su se e in che misura possiamo intervenire sulla natura, risalgono già all’antichità e al Medioevo.
Nella prima letteratura europea ci sono numerose narrazioni di come gli esseri umani cercarono di imitare gli dei; tuttavia, anche se ci riuscissimo, le storie di solito finiscono con la vendetta divina e la distruzione di ciò che gli umani hanno creato.
Il corpo e la mente dell’uomo sono sempre più occupati dalla tecnologia, e il risultato finale potrebbe essere, nel prossimo futuro, l’emergere di una nuova razza umana che vive in perfetta simbiosi con le macchine: una prospettiva proposta dal movimento transumanista. Per molti aspetti questi progetti assomigliano alla fantascienza, da cui spesso traggono le idee, e sono il segno di un clima sociale e politico in cambiamento: forse sono l’indicazione che siamo disposti ad abbandonare le nozioni di natura umana e umanità che abbiamo sostenuto finora. Poiché la natura dell’uomo cambierà radicalmente, cambierà anche la comprensione di cosa significhi essere un essere umano.
Uno dei campi più importanti che si occupò del rapporto tra naturale e artificiale, nel Medioevo e nella prima età moderna, fu senza dubbio l’alchimia. Conosciuta innanzitutto come una pratica che studiava la trasmutazione dei metalli, in senso più ampio le questioni che interessavano gli alchimisti erano legate allo studio dei confini etici e ontologici tra le scienze naturali e la tecnologia. Le domande fondamentali riguardavano ciò che era naturale, ciò che era artificiale e come gli esseri umani potevano perfezionare la natura con l’aiuto della tecnologia.
Sicuramente si tratta di problemi che rivestono un’importanza cruciale anche oggi. Nella letteratura alchemica si possono trovare chiari parallelismi con i dibattiti contemporanei sulla questione se l’ingegneria genetica debba essere consentita e se sia ragionevole: ciò significa che le tecnologie possono cambiare, ma portano avanti comunque la vecchia tradizione. All’inizio i tentativi degli alchimisti di imitare la natura si concentrarono principalmente sulla creazione di metalli preziosi (oro e argento) e pietre preziose; in seguito, gli obiettivi cambiarono e inclusero la creazione artificiale della vita umana.
Il transumanesimo è profondamente radicato nella cultura cristiana occidentale, compresa l’alchimia; questa origine è stata notata da diversi ricercatori (Cady 2011; Noble 1997). Sono state studiate anche le riflessioni di altre religioni, come il buddismo (Maher 2014), l’ebraismo (Samuelson & Tirosh-Samuelson 2011), l’islam (Mahootian 2011; Mavani 2014), il cristianesimo ortodosso (Clay 2011) e lo gnosticismo (Krueger 2005; Pugh 2017): non vi si trova quasi nessuna discussione sull’alchimia.
Lo scopo di questo articolo è presentare un’analisi critica sull’influenza della tecnologia sugli esseri umani e sulla cultura nella società occidentale contemporanea. Poiché il transumanesimo è diventato la scuola di pensiero che discute il futuro biologico dell’uomo in modo più dettagliato, mi concentrerò su questo. Confronterò le idee transumaniste sul perfezionamento degli esseri umani e sulla fine del mondo con le opinioni di Ruggero Bacone, uno dei rappresentanti dell’alchimia medievale europea. Tale trattazione fornisce un contesto storico alle idee transumaniste, e aiuta ad affrontare i problemi morali e filosofici che ci troviamo davanti a causa dello sviluppo della tecnologia moderna. Aiuta anche a valutare l’impatto che il pensiero transumanista ha sulla cultura contemporanea.
Innanzitutto, fornirò una panoramica di come è emerso il movimento transumanista e delle idee che ne costituiscono il background; fornirò quindi una breve introduzione all’alchimia e discuterò più in dettaglio le opere di Ruggero Bacone. Nella sezione di discussione, mi concentrerò sui parallelismi tra l’alchimia medievale e il transumanesimo contemporaneo e analizzerò le loro connessioni all’interno del contesto culturale più ampio.
Transumanesimo
Il transumanesimo (abbreviato con H+, cioè umanità migliorata) è diventato una delle più significative scuole di pensiero contemporanee che analizzano l’effetto della tecnologia sull’uomo e sulla società umana. È stato definito in termini diversi nella letteratura di ricerca, ma sempre alla base vi è l’idea che le capacità mentali e fisiche dell’umanità vengono modificate e perfezionate utilizzando diversi metodi tecnologici…
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* Technology Creating a New Human: The Alchemical Roots of Transhumanist Ideas, aprile 2021. Traduzione a cura di Paginauno. L’articolo originale in inglese, completo di bibliografia, può essere trovato qui https://www.researchgate.net/publication/ 350560106_Technology_Creating_a_New_Human_The_Alchemical_Roots_of_Transhumanist_Ideas. Kurmo Konsa è Professore Associato presso l’Istituto di Storia e Archeologia, Università di Tartu (Estonia); i suoi principali campi di interesse sono la preservazione e la conservazione del patrimonio culturale e la storia dell’alchimia