Aurora, Friedrich W. Murnau, 1927
Agli occhi di quei giovani orfani d’una cultura fondata anche su ciò che esisteva prima del 2000, Murnau potrebbe rivelarsi un perfetto sconosciuto proveniente dal pleistocene – nonostante tutti noi, almeno una volta nella vita, anche per sbaglio, ci siamo beccati (volenti o nolenti, di default o per osmosi) qualche decina di fotogrammi pescati qua e là del ghigno malefico di quel Max Shreck, imporchettato à la Nosferatu, che a tutt’oggi (assieme a Bela Lugosi, Christopher Lee e Gary Oldman) rappresenta l’Icona Del Dracula/Vampiro Archetipico. Andrè, scusa ‘na cosa: hai poche battute e spendi sei righe pe’ parlà d’altri film? Per forza; cazzo potrei dire riguardo un’opera così… così cosa? Ogni parola banalizzerebbe un’Opera simile stuprandola e basta. Solo: ricordate quando i fratelli Cohen in Non è un paese per vecchi riuscirono a far recitare persino un pezzo di carta? Ecco: Murnau riuscì a far ubriacare e recitare un maiale! Sì: un vero e proprio suino (fottutamente sbronzo) la fa da indiscusso protagonista d’una delle sequenze madri. Riuscireste a immaginare un’epica, struggente storia d’amore, dove a un certo punto ti becchi due minuti d’una follia malsana degna dei primi Monthy Python? Cioè… cazzo dovrei dire?!?!?! Nulla. … sicché concludo in sospensoria purgatorialità…
Il grande freddo, Lawrence Kasdan, 1983
Prefazione con non spoiler: il morto che stanno vestendo all’inizio, anche se non si vede e non è accreditato… è Kevin Costner; dopo essere morto qui, ancora mi chiedo come cazzo sia riuscito dopo a ballare pure coi lupi là… Detto ciò, porto alla Vs. attenzione un film che per me funse da Tangibile Modello Ideale del concetto di fratellanza, nel senso che, quando sei ragazzino (tipo quarta elementare) e non hai ancora idea di Cosa sia Cosa come lo intendono i grandi, e a una certa senti parlare di un fenomeno astratto come amicizia, tu pensi a: 1. Compagno di banco; 2. Compagno di classe; 3. Compagno di giochi; 4. Compagno di merende (però no Pacciani/Vanni/Lotti [e Calamandrei in panchina]); 5. Compagno di aikido. E tutta una serie di altri compagni che manco nella Russia dei tempi gloriosi, senza però avere un’idea chiara di cosa sia effettivamente ‘sta cazzo di amicizia… Per me IGF rappresentava e rappresenta la concretizzazione di quel concetto astratto. Vedetelo o ri-rivedetelo; ora come mai questo cult generazionale s’è caricato di un valore inestimabile, sia come reperto archeologico di un’epoca preistorica, sia come Manifesto di quel qualcosa di immateriale sul quale erano fondati i rapporti che tenevano su la Baracca e che davano valore aggiunto…
L’ultimo samurai, Edward Zwick, 2003
C’ha più senso vederlo mo che all’epoca (2003). Eh? Nei primi anni Duemila andavano di moda i kolossal; ne sono usciti ‘na sfràcchia di moltitudinarie orde. Taluni abbastanza monnezzari, altri davvero epici, ricordativi; comunque, alla fine, salvavi anche le monnezze perché dietro c’era comunque un minimo di… sì, sarà banale dirlo: di cuore. Amore per il Cinema; anche se la storia era ‘na cazzata, tutti cercavano di dare il meglio di sé. Invece oggi (ecco scattare il mio lato vecchiaccio nostalgico lamentevole bbrùtto), oramai kolossal equivale a dire: “giocattolone puramente d’intrattenimento senza sugo, popolato di supereroi volanti che si menano come in cielo così in terra, costato ‘na frega di quattrì – tanti che ci risanavi il debito pubblico del Terzo mondo e alla fine t’avanzavano pure ‘i spicci pe’ ì a magnà lu sushi (e mica all’all-U-can-eat dei poràcci) – creato col solo-unico-scopo-di-rifarci-il-triplo”. Esagerato? Jètevi a vedè 4h (Quattro-ore!!!)di Justice League et simili (Leone, co’ C’era una volta in America, c’ha ‘mpiegàto 11min di meno pe’ finì!!!). Infine: quando Tom Cruise non ha bisogno di tògliessi la majetta manco ‘na vòta… cioè… se lui che è lui non ha bisogno di fa vedè gli addominali… non potrà che esse’ capolavoro a prescindere!