Da Huxley ai TESCREAListi, dall’estropia alla singolarità, dall’evoluzione autodiretta al mind upload al longtermismo al postumano, la scienza transumanista si fa religione inasprendo il dominio individuato da Adorno e Horkheimer
“L’Uomo si illude di essersi liberato dalla paura quando non c’è più nulla di ignoto.”
Max Horkheimer e Theodor Adorno, Dialettica dell’illuminismo
“Sono d’accordo con te al novantanove percento,” afferma Bill Gates, “quello che mi piace delle tue idee è che sono basate sulla scienza, ma il tuo ottimismo è quasi una fede religiosa. Sono anch’io ottimista”. “Sì, beh, abbiamo bisogno di una nuova religione,” replica Raymond Kurzweil, “un ruolo principale della religione è stato quello di razionalizzare la morte, poiché fino a poco tempo fa c’era poco altro che potessimo fare a riguardo”. Bill Gates concorda, e il confronto si sposta sulla necessità o meno di una figura carismatica che si faccia portatrice della nuova religione: per Gates un messia è indispensabile, per Kurzweil fa invece parte del vecchio modello religioso. Alla fine i due trovano un punto di incontro: anche un supercomputer o un sistema operativo avanzato può svolgere la funzione di profeta.
Il dialogo sopra riportato è contenuto nel libro The Singularity is Near, pubblicato nel 2005 da Raymond Kurzweil, esponente di spicco del transumanesimo. Come ormai noto, il transumanesimo è l’ideologia che crede nell’utilizzo della scienza e della tecnologia per potenziare le capacità fisiche e intellettuali dell’Uomo, fino a riuscire a trascendere i limiti naturali della condizione umana – uno su tutti, la morte. Nanotecnologia, biotecnologia e ingegneria genetica contro le malattie e l’invecchiamento, ibridazione uomo-macchina per il potenziamento fisico e cognitivo (bionica, cibernetica e chip cerebrale, fino al mind uploading, il caricamento della mente su un computer per poter ‘vivere’ per sempre), crionica per essere ibernati e risvegliati in futuro (quando esisteranno tecnologie in grado di rianimare senza provocare danni encefalici e curare da malattie oggi letali) e, su tutto, condicio sine qua non per avanzare nello sviluppo tecnologico, intelligenza artificiale, in particolare l’AGI, Artificial General Intelligence, un sistema che non solo dovrebbe essere in grado di svolgere un’ampia varietà di compiti – di contro all’intelligenza artificiale ‘ristretta’ che conosciamo oggi, limitata a precise funzioni – ma anche di superare la capacità intellettuale umana.
Delineare una rapida storia del movimento transumanista non è semplice, in quanto realtà particolarmente articolata, anche dal punto di vista politico – si va dagli anarco-capitalisti ai liberaldemocratici –; c’è chi ne rintraccia le radici nell’alchimia del XIII secolo di Roger Bacon, chi nella rivoluzione scientifica del Seicento, chi nelle ideologie eugenetiche del Novecento; chi ne rivendica il fondamento illuminista e razionalista, chi, non rinnegandolo, abbraccia apertamente visioni religiose. Tuttavia, come vedremo, sono posizioni in contraddizione solo apparente, e altrettanto apparente è la marginalità del movimento transumanista all’interno del mondo tecnologico, che la radicalità visionaria di ciò che esprime potrebbe far presumere.
Transumanesimo: da Huxley ai TESCREAListi
A seconda della diversa visione transumanista, molteplici sono le figure identificate come fondatori o precursori del movimento, ma su un nome tutti concordano: Julian Huxley. Biologo britannico focalizzato sugli studi della genetica nell’alveo della teoria darwiniana della selezione naturale – e fratello di Aldous Huxley, autore nel 1932 del romanzo distopico Il mondo nuovo – nel 1957, nel saggio New Bottles for New Wine, Huxley parla di “umanesimo evolutivo”: attraverso la scienza, la specie umana può “trascendere” se stessa, “realizzando nuove possibilità della, e per, la sua natura umana”. Un processo che Huxley definisce “transumanesimo”, coniando il termine.
Chiaramente, per la formazione che lo contraddistingue e per l’epoca in cui vive, Huxley immagina un’evoluzione su base eugenetica; sarà Max More – anch’esso britannico, nato Max T. O’Connor, nel 1990 cambia il cognome in More, ‘di più’, in omaggio al concetto di potenziamento umano – a innestare la tecnologia in quella che diviene “l’evoluzione autodiretta”, a formulare il principio dell’”estropia” e a superare il transumano con il postumano…
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