International Labour Organization (ILO)*
Nel Report dell’ILO i numeri di una strage: 2,93 milioni di lavoratori morti e 395 milioni di lavoratori infortunati nel solo 2019. I decessi rappresentano il 6,71% di tutte le morti avvenute nell’anno a livello mondiale
Secondo le ultime stime elaborate dall’ILO e relative all’anno 2019, oltre 395 milioni di lavoratori in tutto il mondo hanno subito un infortunio non mortale sul lavoro. Inoltre, circa 2,93 milioni di lavoratori sono morti a causa di fattori legati al lavoro, un incremento di oltre il 12% rispetto al 2000.
Il considerevole aumento del numero assoluto di decessi legati al lavoro è influenzato da diversi fattori, che possono riguardare un aggravamento in termini di esposizioni non protette ai rischi professionali così come ai cambiamenti socio-demografici. Per esempio, la forza lavoro globale è aumentata del 26% tra il 2000 e il 2019, da 2,75 miliardi a 3,46 miliardi. Anche gli strumenti diagnostici sono migliorati in modo significativo negli ultimi due decenni, contribuendo a un aumento del numero di casi rilevati.
I decessi legati al lavoro sono distribuiti in modo diseguale, con il tasso di mortalità maschile (108,3 per 100.000 lavoratori) significativamente più alto di quello femminile (48,4 per 100.000). In termini di distribuzione regionale, l’Asia e il Pacifico detengono la quota più elevata, contribuendo quasi al 63% della mortalità globale correlata al lavoro. Ciò riflette il fatto che la regione possiede la più alta popolazione attiva al mondo.
In termini relativi, i decessi legati al lavoro rappresentano il 6,71% di tutti le morti a livello globale (1). Si stima che la frazione attribuibile dei decessi legati al lavoro sia più alta in Africa (7,39%), seguita da Asia e Pacifico (7,13%) e Oceania (6,52%).
La grande maggioranza di questi decessi, ossia 2,6 milioni, sono stati attribuiti a malattie legate al lavoro, mentre gli infortuni hanno provocato 330.000 morti. Le malattie che hanno causato la maggior parte dei decessi sono state quelle circolatorie, le neoplasie maligne e le malattie respiratorie. Insieme, queste tre categorie contribuiscono a quasi i tre quarti della mortalità totale correlata al lavoro.
Esaminando in dettaglio i fattori di rischio professionale più diffusi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’ILO hanno sviluppato una metodologia di stima per produrre le stime congiunte OMS/ ILO relative al carico di malattie e infortuni legati al lavoro. A oggi sono state studiate 42 coppie di fattori di rischio professionale e di esiti sanitari associati (vale a dire una malattia o un infortunio specifico). Queste stime forniscono prove sulla relazione tra l’esposizione professionale a specifici fattori di rischio e i conseguenti esiti negativi sulla salute…
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*Estratto dal Rapporto A call for safer and healthier working environments, Geneva, International Labour Organization, 26 novembre 2023. Traduzione a cura di Paginauno. “This translation was not created by the International Labour Organization (ILO) and should not be considered an official ILO translation. The ILO is not responsible for the content or accuracy of this translation. This is an adaptation of an original work by the International Labour Organization (ILO). Responsibility for the views and opinions expressed in the adaptation rests solely with the author or authors of the adaptation and are not endorsed by the ILO.”