Dopo gli Stati Uniti, la Cina: dalle armi a energia diretta alle manovre RPO, dai missili antisatellite a quelli ipersonici, dal counterspace a BeiDou; mentre la Tiangong sfida la Stazione Spaziale Internazionale e la missione Chang’e rischia di eclissare la Artemis. La Cina sta praticando il dogfighting con i satelliti, denuncia la Space Force USA. Dalle orbite basse fino alla Luna, Stati Uniti e Cina si contendono il dominio dello Spazio per poter conservare, o conquistare, quello terrestre
“Abbiamo perso il nostro diritto sul mare durante la dinastia Ming. L’universo è un oceano, la Luna rappresenta le isole Diaoyu, Marte è l’atollo Huangyan. Se non andiamo lì ora pur essendone capaci, saremo criticati dai nostri discendenti. Se altri vi andranno, allora ne prenderanno il controllo e non saremo in grado di arrivarci neanche se lo vorremmo. Questa è una ragione sufficiente.”
Ye Peijian, capo del Programma di esplorazione lunare della Cina, marzo 2017 (1)
L’Occidente a naso in su cerca la Stazione Spaziale Internazionale, emozionandosi per i lanci dei razzi SpaceX, per le dirette televisive dalla ISS e per il ritorno degli astronauti. Pochi scrutano il cielo alla ricerca dell’altra stazione spaziale che orbita sulle nostre teste: quella cinese.
Tiangong-1, il prototipo, è stata lanciata nel settembre 2011, nel giugno 2012 è stata raggiunta dal primo equipaggio per qualche giorno, e un anno dopo dal secondo per due settimane; programmata per due anni di vita operativa, nel marzo 2016 la China Manned Space Agency ne ha dichiarato il fine servizio, facendola deorbitare nell’aprile 2018. Tiangong-2 è stata attiva da settembre 2016 a luglio 2019, e visitata da due astronauti per trenta giorni. Oggi la Stazione Spaziale Tiangong, lanciata ad aprile 2021, compie la sua rotazione terrestre in orbita bassa ospitando, da giugno 2022, un equipaggio permanente di tre persone – che possono arrivare fino a sei – per 180 giorni. Certo, Tiangong è più piccola della ISS, poco più di un terzo della dimensione, ma non è nemmeno internazionale: è interamente made in China. Nella costruzione, nei vettori, nei siti di lancio e negli astronauti (2). Il programma nasce in risposta al rifiuto statunitense alla partecipazione cinese alla ISS – e in generale a qualsiasi programma spaziale – fissato dall’emendamento Wolf inserito nella legge 112-10 del 2011 del Congresso USA; un emendamento successivamente confermato di anno in anno, che sancisce l’esclusione della Cina da qualsiasi progetto NASA (3). Rifiuto che, con ogni evidenza, non ha scoraggiato Pechino, che si è messo al lavoro per lanciare la propria stazione spaziale (Missione Tiangong), la propria corsa alla Luna (Missione Chang’e) e a Marte (Missione Tianwen), la propria base lunare con equipaggio permanente, in collaborazione con la Russia (Missione International Lunar Research Station), la propria rete satellitare; il tutto con una rapidità di sviluppo da lasciare esterrefatti gli stessi Stati Uniti. “L’ascesa della Cina è il fattore geopolitico fondamentale su cui gli USA devono costruire la loro strategia” dichiara a novembre 2020 Aaron Wess Mitchell, Assistente Segretario di Stato agli Affari europei ed euroasiatici nel primo mandato Trump: “La Repubblica popolare cinese attualmente dispone della maggior concentrazione economica e militare al mondo dopo gli Stati Uniti. E sta passando da una strategia passiva (hide and bide strategy) ad atteggiamenti e modalità tipici di una potenza militare” (4). “La Cina ha eclissato la Russia come leader spaziale ed è pronta a competere con gli Stati Uniti come leader mondiale nello Spazio” allerta cinque anni dopo Tulsi Gabbard, attuale Direttore dell’Intelligence Nazionale USA, nell’ultimo Annual Threat Assessment of the U.S. Intelligence Community del marzo 2025 (5). Aggiungendo: “Le operazioni di counterspace” – su cui torneremo – “saranno parte integrante delle campagne militari dell’Esercito Popolare di Liberazione, e la Cina ha armi di counterspace destinate a colpire i satelliti degli Stati Uniti e degli alleati; ha già schierato capacità di counterspace basate a terra, tra cui sistemi per la guerra elettronica (EW), armi a energia diretta (DEW) e missili antisatellite (ASAT) destinati a interrompere, danneggiare e distruggere i satelliti bersaglio”.
Lo Spazio come territorio conteso dunque, tra Cina e Stati Uniti e, in terza battuta, Russia. Dopo aver tracciato il percorso spaziale statunitense, militare (6) ed economico (7), con questo terzo articolo buttiamo lo sguardo a Oriente, verso la Cina – la Russia sarà oggetto del prossimo approfondimento –; per trovare, anche lì, gli elementi che rivelano la preparazione a quel conflitto armato che tutti gli attori in campo si danno pena di nascondere, dietro la narrazione della conquista dello Spazio a fini scientifici, dietro l’epica del superamento dei limiti umani, dietro la maschera del progresso…
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