ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Due report che evidenziavano i rischi delle aree allagabili e il consumo di suolo entro 150 metri dai corpi idrici: 502 ettari artificializzati nella regione su 992 a scala nazionale, nel solo 2021
L’alluvione dell’Emilia Romagna verificatasi tra il 2 e il 17 maggio scorsi ha coinvolto 44 comuni romagnoli, tra cui principalmente la provincia di Ravenna e poi le province di Forlì-Cesena e Rimini; sono state colpite anche le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia. In totale sono straripati 23 corsi d’acqua, tra cui i fiumi Lamone, Sillaro, Savio, Montone, Rabbi, Bidente-Ronco, Santerno e i torrenti Idice, Quaderna, Ravone, Senio, Marzeno, Pisciatello e Rigossa. Nel comune di Ravenna la superficie evacuata al 20 maggio è stata di 10.873 ettari, circa il 16% del territorio comunale, per una popolazione residente di 22.000 persone. In totale, su tutta la provincia di Ravenna, sono state evacuate in via precauzionale quasi 28.000 persone. Riportiamo qui degli estratti da due Report ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): il primo è di aprile 2023 (1) e ne estrapoliamo le pagine e le mappe dedicate alla situazione di pericolosità idraulica relativa al territorio nazionale, dalle quali emerge la già ampiamente nota situazione critica dell’area che è stata colpita dall’alluvione; il secondo (2) è il report annuale di luglio 2022 – l’ultimo disponibile al momento in cui si scrive – da cui abbiamo estratto i dati relativi al consumo di suolo 2020/2021 in aree a pericolosità idraulica e vicino a corpi idrici: in entrambi i casi l’Emilia Romagna registra pessimi numeri di artificializzazione di fasce fluviali o lacustri.
Aree a pericolosità idraulica (1)
L’indicatore fornisce informazioni sulle condizioni di pericolosità da alluvione per l’intero territorio nazionale valutate sulla base della mosaicatura ISPRA 2020 delle aree allagabili per i diversi scenari di probabilità. La mosaicatura e stata effettuata per i tre scenari di pericolosità individuati dal D.Lgs. 49/2010: elevata HPH (alluvioni frequenti), media MPH (alluvioni poco frequenti) e bassa LPH. Il fine è fornire un quadro aggiornato e unitario delle conoscenze riguardanti le condizioni di pericolosità da alluvione in Italia alle diverse scale territoriali: nazionale, regionale, provinciale e comunale.
Mappa 1 (pag. 41). Dalle elaborazioni effettuate sui dati prodotti dalle Autorità di Bacino Distrettuale nell’ambito dell’aggiornamento delle mappe di pericolosità e rischio di alluvioni per il II ciclo di gestione della Direttiva europea 2007/60/CE, risulta che: il 5,4% del territorio nazionale, corrispondente a una superficie di 16.224 km2, ricade in aree a pericolosità/probabilità elevata di alluvioni; il 10% del territorio nazionale (30.196 km2) e a pericolosità/probabilità media; il 14% del territorio nazionale (42.376 km2) e a pericolosità/probabilità bassa. Rispetto alla mosaicatura ISPRA 2017, le aree a pericolosità/probabilità elevata (HPH) aumentano di 1,3 punti percentuali; quelle a pericolosità/probabilità media (MPH) di 1,6 punti percentuali e infine le aree a pericolosità/probabilità bassa (LPH) di 3,1. L’incremento delle superfici è prevalentemente attribuibile all’acquisizione di un’informazione di maggior dettaglio su aree già perimetrate o su aree non presenti nelle precedenti mappature. Le maggiori percentuali di territorio potenzialmente allagabile si registrano: per lo scenario di pericolosità elevata (HPH) in Calabria (17,1%) e in Emilia-Romagna (11,6%); per lo scenario medio (MPH) in Emilia-Romagna (45,6%); per lo scenario di pericolosità bassa (LPH) in Emilia-Romagna (47,3%) e in Veneto (32,2%).
Comuni interessati da subsidenza
L’indicatore censisce i comuni interessati da subsidenza, il lento processo di abbassamento del suolo che interessa prevalentemente aree costiere e di pianura, coinvolgendo anche importanti città d’arte, come ad esempio Venezia e Ravenna. L’indicatore tiene conto dei fenomeni di subsidenza naturale e antropica fornendo un quadro del fenomeno e del suo impatto sul territorio nazionale.
Mappa 2 (pag. 43). Circa il 17% dei comuni italiani (1.338 comuni) è interessato dal fenomeno di subsidenza. I comuni più esposti sono prevalentemente situati nelle regioni del Nord Italia, in particolare nella Pianura Padana, mentre nell’Italia centrale e meridionale il fenomeno interessa soprattutto le pianure costiere. Le regioni più esposte sono il Veneto e l’Emilia-Romagna, con oltre il 50% dei comuni interessati dal fenomeno (rispettivamente 337 e 179 comuni).
Popolazione esposta ad alluvioni
L’indicatore fornisce informazioni sulla popolazione esposta a rischio alluvioni in Italia. La stima è stata effettuata utilizzando come dati di input: la Mosaicatura nazionale ISPRA 2020 realizzata nel 2021 sulla base delle aree a pericolosità idraulica elevata (HPH), di quelle a pericolosita media (MPH) e di quelle a pericolosità bassa (LPH), perimetrate dalle Autorità di Bacino Distrettuali e aggiornate al 2020; i dati di popolazione alla scala di cella censuaria relativi al 15° Censimento della popolazione Istat (2011); i limiti amministrativi Istat (2020). Per popolazione esposta a rischio di alluvioni si intende la popolazione residente in aree allagabili che può subire danni a seguito di alluvioni (morti, dispersi, feriti, evacuati). Il fine dell’indicatore e quello di fornire un quadro aggiornato e unitario delle conoscenze sulla popolazione esposta a rischio alluvioni.
Mappa 3 (pag. 44). In base alla mosaicatura ISPRA 2020, la popolazione italiana residente in aree a pericolosità/probabilità elevata è il 4,1% del totale nazionale (2.431.847 abitanti); quella esposta a pericolosità/probabilità media è l’11,5% (6.818.375 abitanti), mentre la popolazione in aree a pericolosità/probabilità bassa è pari al 20,6% (12.257.427 abitanti). Rispetto alla mosaicatura ISPRA 2017, la popolazione residente in aree a pericolosità/probabilità elevata (HPH) aumenta di 0,6 punti percentuali; quella esposta a pericolosità/probabilità media (MPH) di 1,1 punti percentuali; infine, la popolazione in aree a pericolosità/probabilità bassa (LPH) aumenta di 4,9 punti percentuali.
Consumo di suolo in aree a pericolosità idraulica (2)
Mappa 4 (pag. 45). In termini assoluti, a livello nazionale nell’ultimo anno, 991,9 ettari sono stati artificializzati in aree a pericolosità idraulica media (MPH), di cui 501,9 solo in Emilia-Romagna, 74,3 in Veneto e 69,1 in Piemonte (Tabella 1 e 2, pag. 46 e 47).
Corpi idrici
Al 2021 le analisi rispetto alla distanza dai corpi idrici sono state condotte utilizzando la nuova carta di copertura prodotta da ISPRA. I risultati evidenziano che la percentuale di suolo consumato entro i 150 metri dai corpi idrici a livello nazionale è pari all’8.3%, con un incremento tra il 2020 e il 2021 dello 0,27%. In Liguria la percentuale è la più alta ed è pari al 21,0%, pur registrando un incremento al di sotto della media nazionale dell’ultimo anno (0,1%). In Campania e nelle Marche la percentuale raggiunge rispettivamente 11,7% e 11,5%. Dal punto di vista dell’incremento di consumo di suolo, nella fascia entro 150 m dai corpi idrici, i valori più alti si raggiungono in Abruzzo, il quale spicca con l’1,31% in più, e in Emilia-Romagna con 0,41%. A livello nazionale, nell’ultimo anno sono stati coperti artificialmente altri 655 ettari delle fasce fluviali o lacustri, di cui 109 in Emilia-Romagna, 89 in Piemonte e 72 ettari in Lombardia. La media nazionale di densità di consumo di suolo vicino ai corpi idrici è pari a 2,21% con picchi del 10,53% in Abruzzo, seguono Marche ed Emilia-Romagna con 3,40% e 3,28% (Tabella 3, pag. 48).
1) Report ISPRA, Ambiente in Italia: uno sguardo d’insieme Annuario dei dati ambientali 2022, aprile 2023
2) Report ISPRA, Munafò, M. (a cura di), 2022. Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2022. Report SNPA 32/22, luglio 2022