Dopo la nostra inchiesta di luglio salta l’appalto alle coop
Salario al ribasso, ore di lavoro e malattia non pagate, rischi per la sicurezza: a luglio siamo entrati in quella che, per anni, è stata la realtà quotidiana delle circa 150 lavoratrici che operano nello stabilimento di Cosmeta srl, azienda chimica conto terzi di San Giuliano Milanese che da oltre vent’anni cura le fasi di produzione, riempimento e confezionamento dei profumi di EuroItalia, colosso italiano della cosmetica.
Assunte con il CCNL multiservizi-pulizia da un consorzio di cooperative – Lander di Cecchin, Conter di Sozzi, Rexi e Perfumes Service dell’accoppiata Rubino-Lascari – nel corso degli anni la maggior parte delle lavoratrici ha dovuto fare i conti con ripetuti licenziamenti e trasferimenti forzati in nuove società controllate dagli stessi soggetti, condizionati alla firma di accordi tombali per la rinuncia a eventuali crediti insoddisfatti. Come abbiamo dettagliato nell’inchiesta, infatti, Lander e Conter – una cinquantina di lavoratrici in totale – hanno mantenuto una continuità nel tempo, mentre Rexi e Perfumes Service di Rubino-Lascari sono solo le ultime di una serie di coop periodicamente messe in liquidazione – volontaria o coatta –, sommerse da debiti tributari e contributivi. E si preparavano, forse, a cambiare nuovamente pelle: da poco, in stabilimento, era comparsa Rexi Due srl, una nuova società riconducibile alle medesime persone – l’amministratrice Roberta Lacchini è moglie del fratello di Lascari – con una decina di nuove dipendenti.
Una situazione sempre più insostenibile, che negli ultimi due anni aveva portato un gruppo di otto lavoratrici a iscriversi a Si Cobas e aprire una serie di stati di agitazione e sciopero, per rivendicare l’assunzione con il contratto chimico-farmaceutico corrispondente alla mansione svolta, la fine delle mancanze retributive e il rispetto delle norme sulla sicurezza. Una lotta che da luglio ha visto decuplicare il numero delle lavoratrici sindacalizzate, toccando quota ottanta, e che ha portato, oggi, a una svolta. “Finalmente Cosmeta ha preso la decisione di interrompere il contratto commerciale con le cooperative”, racconta Luca Esestime di Si Cobas, “e il 3 ottobre ha comunicato al consorzio la disdetta dell’appalto”. Al suo posto, spiega, Cosmeta ha scelto di rivolgersi a CLO-Cooperativa Lavoratori Ortomercato, una società di servizi logistici nata 87 anni fa, che conta 2.000 lavoratori, oltre 100 milioni di fatturato e nulla ha a che fare con i vecchi referenti delle coop. “Per le lavoratrici questa è una buona notizia, viste tutte le problematiche con cui dovevano fare i conti”, continua Esestime, “però si è presentata una questione ancora più grave.”
Quale?
Cosmeta ha pagato la fattura emessa dal consorzio delle coop per il mese appena concluso (settembre, n.d.r.) e un attimo dopo ha interrotto l’appalto, senza alcun preavviso. Per questo motivo il consorzio sostiene di aver subìto un danno e chiede che venga raggiunto un accordo con Cosmeta, altrimenti non paga le spettanze alle dipendenti. Che infatti non hanno ricevuto lo stipendio di settembre.
Come hanno reagito le lavoratrici?
Dal 10 ottobre hanno indetto un’assemblea permanente in stabilimento.
Si trovano tutte nella stessa situazione?
No. Due società hanno pagato interamente gli stipendi, le due più piccole, con una decina di dipendenti ciascuna: la nuova coop, Rexi Due, e Lander di Mauro Cecchin, figlio di uno dei soci di Cosmeta. Dice di aver preso i soldi da un fondo che era a disposizione, anche se le lavoratrici di Lander non ne hanno mai avuto contezza, pur essendo socie e ricevendo il bilancio d’esercizio ogni anno. Conter di Sozzi, l’altra cooperativa storica in Cosmeta, ha versato invece un acconto di circa 500 euro, quindi metà stipendio, ma non sappiamo dove li abbia presi. Rexi e Perfumes Service non hanno pagato un euro. Comunque anche le lavoratrici che hanno ricevuto i soldi, in tutto o in parte, sono in assemblea.
Dal 10 ottobre quindi è tutto fermo.
Le lavoratrici sono ferme ma a disposizione, l’unica cosa che chiedono per riprendere l’attività lavorativa è il pagamento della mensilità di settembre, a prescindere dal cambio appalto.
È infatti pronta a subentrare una nuova società, CLO-Cooperativa Lavoratori Ortomercato. Che posizione ha preso sulla questione?
CLO ha detto di voler assumere tutte le lavoratrici già nel corso del mese di ottobre, pagando anche lo stipendio di settembre non corrisposto dal consorzio. Ci domandiamo però come faccia una società che non è mai stata datrice di lavoro a pagare gli stipendi in surroga: dovrebbe farlo Cosmeta, che in quanto committente è responsabile in solido del contratto d’appalto. Le lavoratrici, per legge, hanno il diritto di chiedere il pagamento degli stipendi in surroga alla committente.
Cosmeta cosa dice?
Abbiamo provato a contattarla ma non ha risposto. Abbiamo avuto solo un colloquio informale con uno dei referenti – non con la proprietà – il quale ci ha detto che Cosmeta ha pagato la commessa di settembre, e deve quindi essere il consorzio a pagare gli stipendi. Tecnicamente ha ragione, però abbiamo fatto notare che sono stati quantomeno imprudenti, avrebbero dovuto accertarsi che venissero pagati gli stipendi prima di dare disdetta. A ogni modo, il 21 ottobre abbiamo avuto un incontro con CLO e il consorzio e la situazione, per lo stipendio di settembre, dovrebbe essersi risolta.
Avete raggiunto un accordo?
Sì. Le cooperative licenziano il personale alla data del 24 ottobre, CLO assume alle stesse condizioni tutte le lavoratrici dal 25 ottobre e si impegna a pagare gli stipendi di settembre. Resta una situazione un po’ strana, ma a questo punto la cosa importante è che le lavoratrici incassino la mensilità di settembre. Restano però aperte altre due questioni.
Quali?
Prima di tutto il versamento dello stipendio di ottobre, per i giorni che vanno dall’1 al 24 – comprese quindi le giornate di assemblea permanente, dal 10 al 24 –, poi delle ultime spettanze e del TFR. Chi li paga alle lavoratrici? Per questo abbiamo chiesto nuovamente un incontro a EuroItalia e Cosmeta, e quest’ultima stavolta ci ha risposto: abbiamo appuntamento il 31 ottobre.
Quando lo abbiamo sentito a luglio, De Bernardi – socio di Cosmeta – è rimasto sorpreso della situazione problematica in cui versavano da anni le coop di Rubino-Lascari, si è dichiarato ignaro di tutto e ci ha assicurato che, in ogni caso, alle lavoratrici sarebbe stato corrisposto tutto quanto dovuto. Anche se il cambio appalto e questa situazione non si erano ancora verificati…
Lo ha ripetuto anche davanti alle lavoratrici delegate sindacali. Vediamo cosa ci dirà il 31.
EuroItalia invece vi ha mai risposto?
Mai.
La seconda questione?
Abbiamo chiesto a CLO l’applicazione del CCNL chimico in sostituzione del multiservizi-pulizia: come rivendichiamo da anni, le lavoratrici operano nel comparto chimico e devono essere inquadrate con il corretto contratto collettivo.
L’ingresso di CLO sembra comunque un miglioramento per le lavoratrici, visto che è una realtà ben più solida delle cooperative che hanno operato con Cosmeta fino a oggi. Dal 2023, tra l’altro, la stessa EuroItalia di Sgariboldi, socio di maggioranza di Cosmeta, figura tra i suoi clienti.
CLO è sicuramente una società strutturata, esiste da quasi novant’anni anni e ha parecchi appalti, tra cui l’Ortomercato di Milano. E probabilmente è stata coinvolta da EuroItalia, dato che già si conoscevano. Non abbiamo problemi per quanto riguarda il cambio appalto, anche perché, per esempio, ci hanno già fatto sapere che la malattia sarà pagata dal primo giorno, quindi quel problema dovrebbe essere risolto, e non chiedono che le lavoratrici diventino anche socie, verranno assunte come dipendenti. Per cui l’accogliamo a braccia aperte. Vediamo ora cosa risponde sul contratto del chimico…
La società Cosmeta srl non ha risposto alla nostra richiesta di contatto.