I rapporti, i finanziamenti, le ricerche e le collaborazioni dell’università statunitense con il Ministero della Difesa israeliano: gli studenti del MIT accedono al database interno all’istituto e denunciano i progetti che sviluppano armamenti
A marzo e ad aprile 2024, con la più alta affluenza registrata nella storia del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, “il corpo studentesco ha ratificato due referendum per porre fine ai legami del MIT con i crimini israeliani contro l’umanità: un voto favorevole del 63,7% nella MIT Undergraduate Association e un voto favorevole del 70,5% nella Graduate Student Union, con ampio sostegno da parte di docenti e personale. Ha fatto seguito, nel dicembre 2024, una risoluzione nel Graduate Student Council per porre fine a tutte le sponsorizzazioni di ricerca da parte del Ministero della Difesa israeliano”. Nulla però si è mosso dentro l’istituzione universitaria statunitense. A dicembre la MIT Coalition for Palestine – un movimento che rappresenta 19 gruppi di studenti e docenti del campus “che si oppone al colonialismo, all’occupazione e all’apartheid in Palestina e ovunque nel mondo” – diffonde il rapporto MIT. Science for Genocide, che pubblichiamo qui in estratto (*). Utilizzando il software di monitoraggio delle sovvenzioni interno all’università, gli studenti sono riusciti ad avere tutti i dettagli dei progetti del MIT che, dal 2015, hanno ricevuto 3,7 milioni di dollari di finanziamento da parte del Ministero della Difesa israeliano; fondi forniti anche dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Ricerche volte a sviluppare algoritmi per consentire a sciami di droni di inseguire gli obiettivi in fuga, a migliorare la tecnologia di sorveglianza subacquea e a supportare gli aerei nel rilevamento di missili. Una cifra esigua – appena lo 0,05% della sponsorizzazione totale della ricerca del MIT del 2024 – come riconoscono gli stessi studenti. Ma non è questo il punto e non è solo questo il dato. Innanzitutto, quello di Israele “è l’unico esercito straniero a sponsorizzare la ricerca del MIT”. In seconda battuta, ai 3,7 milioni vanno aggiunti tutti i finanziamenti e le collaborazioni del MIT con Elbit Systems – che fornisce l’85% dei droni killer di Israele – Maersk – la più grande compagnia di spedizioni al mondo, che ha inviato milioni di libbre di merci militari in Israele dall’inizio della guerra a Gaza – Lockheed Martin – che ha venduto miliardi di dollari di armi a Israele – Caterpillar – che produce per Israele i famigerati bulldozer blindati D9, usati per demolire case, terreni agricoli e infrastrutture civili in Palestina –; e poi Raytheon, Boeing, Aurora Flight Sciences, Google, Amazon… imprese che fornendo beni, armi o servizi a Israele supportano attivamente l’occupazione dei Territori Palestinesi Occupati e la guerra a Gaza e in Cisgiordania. Infine, il regolamento del MIT stesso impone di rompere le collaborazioni con imprese se esistono “prove credibili che le attività dell’azienda stanno contribuendo alla soppressione dei diritti umani”. In risposta alla pubblicazione dei dati, il MIT ha bloccato l’accesso al sistema interno di gestione delle sponsorizzazioni.
Il Massachusetts Institute of Technology è storicamente legato al Pentagono; “il suo posto nel complesso militare-industriale degli Stati Uniti è ampiamente documentato” si legge nel Report: “In media, circa il 60% delle entrate del MIT proviene dal governo federale e il 17,4% dal Dipartimento della Difesa”. L’attuale situazione non rappresenta dunque una novità, e lo sappiamo. Ma questo Report, rendendo pubblici i dettagli, permette a tale collaborazione di uscire dall’astrazione e contestualmente pone al centro, ancora una volta, la questione del ruolo delle università nella ricerca militare.
Sintesi
Il Massachusetts Institute of Technology (MIT) contribuisce al genocidio di Gaza e al colonialismo sionista in Palestina in almeno due modi distinti. In primo luogo, i laboratori del MIT nel campus conducono ricerche su armi e sorveglianza sponsorizzate direttamente dall’esercito israeliano. Almeno dal 2015, i laboratori hanno ricevuto milioni di dollari dal Ministero della Difesa israeliano, destinati a progetti volti a sviluppare algoritmi che aiutino gli sciami di droni a inseguire meglio gli obiettivi in fuga; a migliorare la tecnologia di sorveglianza subacquea; e a supportare gli aerei militari nell’elusione dei missili. Dal 7 ottobre 2023 due di queste sponsorizzazioni sono state rinnovate, mentre una è scaduta a dicembre 2024. In secondo luogo, il MIT mantiene collaborazioni istituzionali, attraverso i programmi ILP, LGO, CSAIL e MIT Energy Initiative, con aziende che vendono grandi quantità di armi a Israele. Tra queste figurano Elbit Systems, il maggiore appaltatore militare di Israele, nonché Maersk, Lockheed Martin e Caterpillar. Queste collaborazioni garantiscono ai profittatori del genocidio un accesso privilegiato al talento e alle competenze del MIT. […]
Questo primer di ricerca è organizzato come segue. La parte 1.1 (Genocidio di Gaza) spiega in dettaglio perché il conflitto israeliano a Gaza iniziato il 7 ottobre 2023 non è solo una guerra o una serie di crimini di guerra, ma è una campagna organizzata di genocidio nell’intento e nell’effetto. La parte 1.2 (Nakba e colonialismo dei coloni) colloca questo progetto genocida nel contesto storico del sionismo, mentre la parte 1.3 (Economia politica di un genocidio) esamina come tali progetti si basino in modo schiacciante sulla finanza pubblica americana, sulle armi, sulla protezione dello Stato, sul capitale privato e sulla filantropia. L’ultima parte di questa sezione (Ruolo delle università) descrive in dettaglio il ruolo generale degli istituti di istruzione superiore nel consentire, ma anche nel contrastare, questi crimini.
La parte 2.1 esamina quindi come viene condotta la ricerca scientifica al MIT e il ruolo generale dei finanziamenti al MIT del Ministero della Difesa israeliano. La parte 2.2 esamina i progetti di ricerca specifici e i Principal Investigators (Pls) che si basano sui finanziamenti militari israeliani, mentre la parte 2.3 valuta criticamente chi trae vantaggio da questa ricerca. La parte 3 e le sue sottosezioni esaminano quindi in dettaglio le collaborazioni del MIT con i produttori di armi che aiutano e favoriscono i crimini dello Stato israeliano, in particolare Elbit Systems, Maersk, Caterpillar Inc. e Lockheed Martin. La parte 4.1 presenta le richieste della MIT Coalition for Palestine dall’autunno del 2023 e la risposta repressiva dell’istituto. La parte 4.2 spiega le specifiche politiche del MIT che il MIT ha infranto per preservare questi legami. La parte 4.3 presenta il precedente del MIT nell’aver tagliato i legami con gli autori di violazioni dei diritti umani. La Parte 5 descrive poi le azioni immediate che le autorità del MIT devono intraprendere: il Presidente, il Tesoriere, il Cancelliere, il Prevosto, la Corporazione, gli uffici inferiori, nonché la facoltà e gli studenti del MIT. La Parte 6 conclude. […]
Sezione 1.3 Economia politica di un genocidio
A prima vista, il genocidio a Gaza potrebbe sembrare condotto principalmente dalla coalizione di governo del Likud, senza il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti o di istituzioni educative come il MIT. Le truppe israeliane sono composte in larga maggioranza da cittadini israeliani. Gli israeliani hanno una base militare industriale sviluppata (aziende come Elbit Systems, Taas, IAI e Rafael) e i ricchi mercati dei capitali israeliani consentono alla coalizione di governo di finanziare a livello locale la maggior parte dei suoi progetti violenti: per il 2024, circa il 70% dei 60 miliardi di dollari emessi dallo Stato in obbligazioni è stato venduto sui mercati nazionali israeliani e denominato in New Israeli Shekel (NIS). Grazie all’elevata domanda da parte delle banche locali, il governo di coalizione non corre alcun rischio di insolvenza e non deve pagare alti tassi di interesse sui propri bond. La sua banca centrale può offrire obbligazioni competitive rispetto ai buoni del Tesoro emessi dal Tesoro degli Stati Uniti. Le riserve di valuta estera detenute presso la Banca d’Israele hanno raggiunto i 200 miliardi di dollari a gennaio 2024, stabilizzando ulteriormente il quadro macroeconomico dell’economia di guerra. Il principale partner commerciale di Israele non sono gli Stati Uniti, bensì l’Unione europea, e alleati esterni come India e Nepal sono disponibili a fornire eserciti di riserva di manodopera per sostituire i palestinesi.
La realtà è che infliggere violenza di proporzioni genocide richiede volumi di munizioni ben oltre ciò che la base industriale israeliana è in grado di produrre localmente…
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* Estratto del Report MIT. Science for Genocide, pubblicato dal MIT Coalition for Palestine, dicembre 2024, sotto diritti Creative Commons CC0 1.0 Universal. Traduzione a cura di Paginauno. Qui il Report originale in inglese, completo di note, link e bibliografia https://archive.org/details/mit-science-for-genocide