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Numero 17 | Aprile-Maggio 2010

Rivista Paginauno by Rivista Paginauno
10 Aprile 2010
in tutti i numeri
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Numero 17 | Aprile-Maggio 2010

In questo numero
Il riciclaggio operato dall’alleanza tra neofascismo, ‘ndrangheta, industria e politica, attraverso le pieghe di Telecom e Fastweb, è il risultato di un rapporto cementato nei primi anni Novanta e che sta all’origine della seconda Repubblica; il bipolarismo politico e le ‘riforme condivise’ che hanno permesso a un presidente-corruttore di conservare le sue concessioni televisive e di impossessarsi dei bulbi oculari degli italiani; i dati della ricerca Ials-Sials in Italia incrociati con l’ultimo rapporto Censis su Comunicazione e media evidenziano un popolo-bue-tele-comandato incapace di leggere, informarsi e di costruire nessi logici tra due fatti; la strategia della tensione, ovvero una tecnica di governo per i momenti di crisi economica e che rischia di tornare d’attualità seppure con modalità differenti; l’antitesi creata a uso e consumo del padronato – lavoratori a tempo indeterminato/a termine – da cui è nata una terza categoria composta da lavoratori autonomi con partita iva che la politica si ostina a escludere dal welfare state; la nuova legge sulla vendita degli immobili confiscati alla mafia, che li sottrae al patrimonio pubblico sociale per trasformali in capitale privato, con priorità d’acquisto per le cooperative delle Forze Armate e della Polizia.

E ancora: il processo di Norimberga, i vincitori avevano la legittimità politica per poter giudicare i crimini tedeschi, quando anche loro si erano macchiati di reati contro l’umanità, la pace e di guerra? Una riflessione sulle categorie di gioco, lavoro e sport e alcune condizioni della loro servitù ideologica; intervista a Fulvio Abbate; la poesia di Giovanni Raboni, Mario Luzi e Alda Merini tra storia, politica e ‘mondo morale’; La penna, racconto inedito di Giuseppe Vaccarino; critica musicale, recensioni di romanzi e saggi, racconti di narrativa sociale e arte con le opere di Anna Rocco.
Editoriale

I frutti neri
Quello in corso sembra essere l’anno in cui i nodi stretti nel biennio ’92/’93 sono destinati a incagliare il pettine. Non poteva essere diversamente per una seconda Repubblica sorta dalle bombe, da un’enorme inchiesta sulla corruzione, dall’affermazione definitiva di una telecrazia, da un processo di privatizzazione massiccia delle aziende pubbliche e di selvaggio smantellamento del welfare. A regnare su tutto questo: il malaffare di Stato.
In quei giorni la piovra ha allungato i tentacoli e si è impossessata dell’Italia, e il passato più torbido invece di morire ne è uscito rinforzato. Il riciclaggio operato dall’alleanza tra neofascismo, ‘ndrangheta, industria e politica, attraverso le pieghe di Telecom e Fastweb, è il risultato di un rapporto cementato nei primi anni Novanta e che sta all’origine della seconda Repubblica (Walter G. Pozzi, pag. 7). E oggi dà splendidi frutti neri. Il bipolarismo politico, sorto allora, ha permesso a un presidente-corruttore di conservare le sue concessioni televisive e di impossessarsi dei bulbi oculari degli italiani, in cambio di promesse mai mantenute (Nicola Loda, pag. 94).

Il frutto nero che ne è nato è un popolo-bue-tele-comandato, incapace di leggere, informarsi e di costruire nessi logici tra due fatti (Giovanna Cracco, pag. 17). Ed è a questo stesso popolo che lo ha eletto, che il presidente si appella, per evitare di dimettersi, ogniqualvolta i magistrati lo chiamano a difendersi in tribunale. In quegli stessi anni nasce la deregulation che decreta la fine di un pensiero di sinistra; con la quale ai lavoratori viene sottratta ogni difesa e la possibilità di protestare in maniera organizzata di fronte a un potere economico sempre pronto a scaricare il peso della crisi sulle loro spalle. Un tempo usava le stragi e oggi l’isolamento sociale; ma sempre con il manganello ben infilato nella fondina (Fabio Damen, pag. 23). Un frutto nero che, tra una ‘riforma’ del lavoro e un’altra, tra un protocollo sul welfare e un altro, si è ‘dimenticato’ di creare ammortizzatori sociali per i lavoratori rimasti orfani di tutele. Ne è risultato che, da un’antitesi creata a uso e consumo del padronato – lavoratori a tempo indeterminato/a termine – è sbocciata una terza categoria composta da lavoratori autonomi con partita iva che la politica si ostina a ignorare (Dario Banfi, pag. 36).
Neri sembrano essere anche i frutti destinati al bene sociale. La legislazione sugli immobili confiscati alla mafia si sposta a vantaggio del privato, accantonando progressivamente, grazie a leggine e codicilli, la possibilità di assegnarli a un utilizzo pubblico. In questo modo la lotta alla criminalità organizzata rischia di diventare ‘fruttuosa’ per lo Stato, almeno quanto lo è la connivenza (Giovanna Cracco, pag. 44).

Sommario

Maiali per caso
di Dino Panzeri

EDITORIALE
I frutti neri

RESTITUZIONE PROSPETTICA
Il romanzo mai scritto sugli anni Novanta
 (parte 2/5)
La rinascita dell’eversione nera
di Walter G. Pozzi

IL RACCONTO
La penna

di Giuseppe Vaccarino

POLEMOS
L’uomo massa e suo fratello, al voto

di Giovanna Cracco

Strategia della tensione, una tecnica di governo per i momenti di crisi
di Fabio Damen

Gioco, lavoro e sport
Tre categorie e alcune condizioni della loro servitù ideologica
di Felice Accame

L’INTERVENTO
Così in bella vista da diventare invisibili
L’esclusione del lavoro professionale autonomo dalle politiche di welfare
di Dario Banfi

INCHIESTA
L’appropriazione dei beni mafiosi
Da patrimonio pubblico a capitale privato
di Giovanna Cracco

RACCONTI
Per qualche minuto in più

di Francesco Comparin

Il quattro per cento
di Paola Galleani

VERITÀ AL TEMPO DELLA MOVIOLA
Alibi Norimberga
 (6ª parte)
di Davide Pinardi

Tony si perdona
di D. P.

INTERVISTA
Fulvio Abbate. Quando (non) è la rivoluzione

di Giuseppe Ciarallo

A PROPOSITO DI…
Tra la poesia e la storia

di Felice Bonalumi

SOTTO I RI(F)LETTORI
Comunque, all’inizio erano tutti contenti

recensione di Sozaboy, Ken Saro-Wiwa
di Sabrina Campolongo

IN LIBRERIA narrativa
Tutto o niente, 
Alessandro Pugliese (G. Cracco)
A gentile richiesta, Furio Bordon (G. Caputi)
Com’è grande la città, Bruno Pischedda (Milton Rogas)

IN LIBRERIA saggistica
Come funzionano i servizi segreti
, Aldo Giannuli (D. Corbetta)
Stalin, Domenico Losurdo (D. Pinardi)

LE INSOLITE NOTE
Maria Pia De Vito & Songs From The Underground: Mind the gap

di Augusto Q. Bruni

VOCABOLARIO STORICO
Riforme condivise

di Nicola Loda

anno IV, numero 17
aprile – maggio 2010
Edizioni paginauno
formato: 17 x 24 – pagg. 96
ISSN: 1971343600017

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