Giovanna Cracco e Alessandro Rettori
La versione di Attardo e Borriello: non siamo spariti, abbiamo pagato tutte le retribuzioni e non abbiamo venduto a prestanome. Mentre spuntano una società alle Canarie e vecchi viaggi a Fuerteventura
Milioni di debiti e procedure fallimentari aperte: qui ci eravamo lasciati nell’ultima puntata della nostra inchiesta sulle società di hotel outsourcing facenti capo ad HPoint scarl – Ho Group, BMA Team, AMB Group e MBA Jobs – degli ex proprietari Attardo, Borriello e Monteleone. Bilanci a dir poco ‘curiosi’, come abbiamo analizzato in merito a Ho Group, la società fulcro, e una gestione societaria che negli anni ha scaricato sullo Stato debiti IVA e Irpef/Inps dipendenti, che uniti al mancato pagamento di retribuzioni e TFR hanno portato al fallimento per BMA Team a febbraio 2021, e alla liquidazione coatta amministrativa – iter coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico – per Ho Group, AMB Group e MBA Jobs rispettivamente a marzo, giugno e settembre 2021; stessa sorte per la consortile HPoint a marzo 2022. Dunque, nessuna impresa si è salvata.
Come abbiamo ricostruito nell’inchiesta, pochi mesi prima dell’apertura delle procedure fallimentari, il 24 luglio 2020, A, B e M vendono il gruppo HPoint a tre (presunti) prestanome – due signore straniere ultrasettantenni (Djambasova e Debout) e il signor Anceschi, un uomo di quasi novant’anni. Nello stesso periodo – e dopo una comunicazione di affitto di ramo d’azienda, inviata il 30 luglio da Borriello a clienti e fornitori, categoricamente smentita dalla stessa impresa coinvolta – tutti i contratti di appalto in essere con gli hotel vengono ceduti a due società che non hanno alcun legame con i nuovi proprietari Anceschi&C; contestualmente, Attardo e Borriello continuano a lavorare con gli alberghi in nome di queste due aziende, in ruoli che appaiono confusi, a metà strada, diciamo così, tra l’essere rispettivamente direttore operativo e commerciale e il curare unicamente il passaggio di consegne. Quindi, ricapitolando, da una parte abbiamo la vendita della galassia HPoint a ultrasettantenni e dall’altra la cessione a due imprese degli appalti con gli hotel, con A e B che ne curano ancora i dettagli operativi e commerciali. Gli ultrasettantenni dunque, che noi identifichiamo come (presunti!) prestanome, si ritrovano per le mani cinque aziende sommerse da milioni di debiti pregressi e senza più appalti.
La versione di Attardo e Borriello
A gennaio scorso siamo riusciti a contattare Attardo e Borriello – non abbiamo raggiunto Monteleone, che non ha mai risposto alle nostre chiamate – domandando spiegazioni sull’intera vicenda.
Come prima cosa entrambi hanno negato di essere spariti davanti ai dipendenti e ai sindacati – anche se nel 2020 tutte le fonti ci hanno detto il contrario, come riportato nei precedenti articoli – e hanno dichiarato di aver sempre pagato le retribuzioni: “Tutti i dipendenti a luglio 2020 sono stati pagati, compresa la parte contributiva” ha affermato Borriello, per poi puntualizzare: “Fatta eccezione le persone per le quali nei 15 giorni della cessione probabilmente qualcosa è sfuggito”.
In seconda battuta, entrambi negano che Anceschi&C fossero dei prestanome. “Degli advisor ci hanno proposto di vendere le società” afferma Borriello, “abbiamo venduto a persone che hanno presentato un piano industriale, che era interessante per la continuità”. Quale piano industriale potessero avere due over 70 e un over 80, con cinque società di hotel outsourcing prive di appalti con gli hotel (!), non è dato sapere. Quel che si sa, è che dopo pochi mesi, a partire da febbraio 2021, tutte le società sono andate in fallimento o liquidazione coatta amministrativa. “Quel che è successo dopo la vendita non ci riguarda”, chiosa Borriello; “Dopo aver venduto non ho più seguito la faccenda, e ciò che hanno fatto dopo la vendita non lo so” ribadisce Attardo. Eppure, tra settembre e dicembre 2020 entrambi lavoravano ancora negli appalti degli hotel: ignari di tutto?
Di certo, come ci aveva spiegato l’avvocato fallimentare da noi contattato, la responsabilità è di chi commette le azioni, indipendentemente dal fatto che le società falliscano in capo ad altri soggetti – ossia Anceschi&C. E qualche responsabilità ha iniziato a bussare alle porte di Attardo e Borriello. “Ci sono situazioni che sono quasi in fase di chiusura, dove siamo stati condannati e abbiamo pagato” dichiara Attardo. Si tratta di BMA, la società fallita presso il tribunale di Milano – una società minore, con un fatturato sotto il milione di euro – che prima della vendita agli over 70 apparteneva al 100% a Borriello, con Attardo nel ruolo di amministratore unico. “Abbiamo trovato un accordo di natura economica con il tribunale e il curatore fallimentare”, ribadisce Attardo. Anche Borriello conferma – “Sto pagando per BMA” – e dichiara di essere all’oscuro delle procedure di liquidazione coatta amministrativa aperte per le altre quattro società: “Sto pagando l’avvocato per delle cause aperte da dipendenti, ma di LCA non sono a conoscenza”.
Tra vecchie società…
A inizio 2022, dunque, le uniche società di cui Attardo, Borriello e Monteleone risultano ancora comproprietari sono Semplice Service srl e Zeus System srl. La prima è un’impresa di noleggio e lavanderia di biancheria per hotel, messa in liquidazione volontaria a marzo 2022; la seconda, Zeus System, è una società di consulenza informatica che, negli anni di attività del consorzio HPoint, forniva al gruppo un software di gestione. Oggi è ancora attiva “ma non è operativa, la teniamo nel caso ci fosse una richiesta di mercato” afferma Borriello, “anche se in realtà il software è bloccato dal punto di vista di release e quindi non serve più a niente”. Altre società riconducibili congiuntamente ad A, B e M non ci sono. Quantomeno entro confine.
… e corrispondenze all’estero
Puerto del Rosario, calle Alcalde Alonso Patallo, civico 1. In una via a trecento metri dal mare, nel capoluogo di Fuerteventura, la seconda isola delle Canarie, si trova la sede di Checking Room Solutions Sociedad Limitada, un’azienda di consulenza informatica che offre, alle imprese che lavorano nel mondo alberghiero, un applicativo di interfaccia con gli hotel e per la rendicontazione dell’attività del personale. Fondata nel luglio 2015, l’azienda basava la propria attività su un accordo commerciale con RoomChecking, impresa francese proprietaria del software. Come ci ha confermato Jonathan Weizman, attuale CEO di RoomChecking, per gli anni 2016-2018 le due società hanno sottoscritto un contratto di distribuzione in esclusiva per il mercato di Spagna, Italia e Dubai, con “alcuni clienti italiani gestiti da HPoint, un’azienda specializzata in pulizie”. La nostra HPoint.
Socio e amministratore unico di Checking Room Solutions è infatti Marc Antoine Castellano, cognato di Monteleone, e dal 1° marzo 2016 Attardo e Borriello figurano nell’impresa spagnola in qualità di “apoderado solidario”, ruolo che riconosce a entrambi una delega alla firma per operare in nome e per conto della società, pur non essendone soci o amministratori. “Tra Checking Room e HPoint c’era un accordo di rappresentanza esclusivo per l’Italia” spiega Borriello, “e personalmente mi occupavo della parte commerciale, di proporre il software agli hotel con cui avevamo contratti di appalto. Checking Room fatturava a HPoint un canone mensile e HPoint fatturava a sua volta un’attività di servizio all’hotel, tant’è che nelle fatture figurava la voce Checking Room”. Attardo conferma che si occupava dello sviluppo del programma, seguendo la parte tecnica. “Avevamo pensato di collaborare su un software che mancava alle loro imprese in Italia”, ci ha ribadito Castellano, “e abbiamo fatto un accordo lavorativo temporaneo, circa un paio d’anni, perché poi la cosa non ha funzionato”. Al Registro delle Imprese spagnolo, a novembre 2024 Attardo e Borriello risultano ancora ricoprire quel ruolo, anche se tutti, Attardo, Borriello e Castellano, ci hanno detto che la collaborazione si è conclusa da anni.
Tra il 2015 e il 2017 A, B e M si recano di persona alle Canarie, non è chiaro quante volte ma almeno due. “La prima è stata poco dopo la costituzione della società, quando ci è stato presentato il progetto, non ricordo se nel 2016 o a cavallo tra 2015 e 2016”, racconta Borriello, “abbiamo fatto la formazione per conoscere il software e siglato una sorta di pre-accordo, poi finalizzato per via telematica. La seconda è stata dopo circa otto mesi, nell’anno successivo, per un aggiornamento su alcuni nuovi sistemi che erano stati implementati”.
Viaggio a quattro?
Più fonti ci hanno riferito che in quello stesso periodo, probabilmente nel 2017, Saverio Colaianni – all’epoca socio dei tre in Hotel Plus, un’altra società che operava nel settore – ha accompagnato A, B e M alle Canarie. “È stata una delle prime volte”, conferma Borriello, “abbiamo fatto anche un consiglio di amministrazione di Hotel Plus perché decidemmo le strategie. Ricordo questo particolare, che siamo andati per fare questo accordo commerciale, e in quell’occasione c’è stato un incontro di presentazione del software di Checking Room. Poi qualcuno li chiama CdA, qualcun altro li chiama quattro soci che si mettono a parlare di un progetto, chiamiamoli incontri tecnico-pratici per cambiare le strategie di mercato. Colaianni continuava a fare il procacciatore di affari indipendente per noi e per altre società nel mondo del cleaning di Milano, era un manager che godeva della nostra fiducia. Gli abbiamo detto: «Questo è il modello che vogliamo portare in Italia, se ce lo proponi in tutti gli alberghi che conosci prendi la provvigione»”.
Le nostre fonti, però, ci hanno riferito che lo scopo del viaggio era quello di saldare un debito che A, B e M avevano nei confronti di Colaianni, per l’attività svolta da quest’ultimo in Hotel Plus. “Assolutamente no” dichiarano sia Borriello che Attardo, e anche Castellano afferma di sapere nulla di trasferimenti di contanti tra Milano e le Canarie. “Secondo lei devo andare alle Canarie per dare contanti in nero?” aggiunge Borriello, “li potrei dare anche a Quarto Oggiaro se li avessi, se vuole le dico anche come si fa a darli con la carta di credito. Ma non l’ho fatto”. Colaianni ha però intentato una causa contro gli ex soci, proprio per del denaro che riteneva gli fosse ancora dovuto: “C’è stata una causa perché lui ci ha chiesto dei soldi, sì, ma otto mesi dopo il nostro viaggio. Motivo per cui abbiamo smesso di collaborare”, dice Borriello, “e in ogni caso poi abbiamo trovato un accordo”. Abbiamo ovviamente cercato, più volte, di contattare anche Colaianni, che si è sempre rifiutato di rispondere; giusto a febbraio 2025 ci ha rilasciato un breve commento: “Vi dico solo che non sono mai stato alle Canarie”.
Quale versione?
Mentre le procedure fallimentari seguono il loro (lento) corso, relazionandosi con i (presunti) prestanome ultrasettantenni, e Attardo, Borriello e Monteleone proseguono nel proprio, solo il futuro e i liquidatori delle società ci diranno se le due strade si intersecheranno, se i tre ex soci saranno coinvolti nelle pratiche che devono dipanare la matassa di milioni di debiti, e se saranno chiamati a rispondere di qualche scelta aziendale. Per ora possiamo solo continuare a seguire i fili di un’inchiesta aperta a novembre 2020, con la manifestazione di lavoratrici che da un giorno all’altro si sono trovate travolte da cessioni aziendali, cambi appalto, senza lavoro e senza sapere nemmeno a quale porta andare a bussare. E porci, inevitabilmente, una domanda: Borriello o Colaianni, quale delle due versioni corrisponde al vero? Quello che sappiamo, è che Borriello non è il solo ad averci riferito di un viaggio di Colaianni alle Canarie; quello che non capiamo, è perché Colaianni lo neghi. Che senso ha negare un viaggio d’affari durante il quale si è solo parlato di software e di strategie di mercato?
Gli aggiornamenti dell’inchiesta
25 novembre 2020: Milano, hotel Gallia: chi c’è dietro gli appalti?
30 dicembre 2020: il Gallia toglie l’appalto a X*
28 gennaio 2021: HPoint/X*/Venus: coop, appalti, debiti, prestanome. Come sparisco senza sparire
13 marzo 2021: Galassia HPoint. Sempre più difficile avere i soldi: si sommano le cause dei lavoratori
27 luglio 2021: Inchiesta HPoint. Venus: “Non c’è stato affitto di ramo d’azienda”
5 agosto 2021: Galassia HPoint: come fallisco senza fallire
9 aprile 2025: Inchiesta HPoint. Tra prestanome negati e viaggi alle Canarie