Parrique T., Barth J., Briens F., C. Kerschner, Kraus-Polk A., Kuokkanen A., Spangenberg J.H.*
Transizione ecologica e sviluppo sostenibile. La seconda parte del Report di European Environmental Bureau analizza la fondatezza del decouplink (disaccoppiamento) tra crescita economica e pressioni ambientali: sta avvenendo?
Sezione Due. Il decouplink si sta verificando?
Il disaccoppiamento si verifica nella realtà e, se sì, che tipo di disaccoppiamento è? L’obiettivo di questa sezione è valutare la validità dell’ipotesi del decouplink alla luce della ricerca empirica esistente. Per farlo, conduciamo una revisione completa della letteratura di studi empirici che hanno testato l’ipotesi del disaccoppiamento. La discussione che segue è organizzata tematicamente, secondo le variabili ambientali considerate: 1. risorse (materiali, energia e acqua) e 2. impatti (gas serra, suolo, inquinanti dell’acqua e perdita di biodiversità). In entrambi i casi confrontiamo i risultati riportati negli studi, valutandoli rispetto alle diverse dimensioni presentate nella Sezione Uno di questo Report (1). Prima di immergerci nella letteratura empirica, vale la pena innanzitutto raccontare la storia di come gli scienziati siano arrivati a parlare di decouplink.
Negli anni ‘90, diversi economisti hanno condotto un lavoro empirico che li ha portati a credere che la crescita economica fosse correlata negativamente con le pressioni ambientali (2): gli impatti ambientali dapprima sarebbero aumentati, ma poi sarebbero diminuiti, in uno sviluppo a forma di campana rovesciata che è stato chiamato Environmental Kuznets Curve (EKC, “Curva di Kuznets ambientale” (3). Questa teoria aveva forti implicazioni politiche, poiché significava che una nazione poteva uscire da una crisi ecologica. L’ipotesi di ciò che il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha chiamato un “disaccoppiamento attraverso la maturazione” ha ispirato numerosi studi nei decenni successivi, alla ricerca di EKC per una selezione di variabili ambientali. Oggi, tale ipotesi di ‘disaccoppiamento naturale’ ha perso terreno, sia nella scena scientifica che in quella politica, mentre è stato riconosciuto che il cambiamento strutturale delle economie che porta al decouplink è fortemente determinato dalle politiche messe in atto.
Il modo di studiare il decouplink si è quindi evoluto, passando da un fenomeno semi-naturale a qualcosa che può essere realizzato attraverso un intervento politico. In questa prospettiva, presenteremo una rassegna di recenti studi empirici che hanno tentato di identificare i fenomeni di disaccoppiamento, aggiungendosi a revisioni della letteratura esistente. Sebbene la revisione della letteratura che conduciamo sia una delle più complete e aggiornate, non è sistematica ed esauriente, quindi le affermazioni che portiamo sulla letteratura sul decouplink dovrebbero essere apprezzate per quanto riguarda il pool limitato di articoli presi in esame (vedi elenco in appendice). Vale anche la pena notare che la maggior parte degli studi ha a che fare con i Paesi sviluppati (con notevoli eccezioni, per esempio Wang et al., 2019), e quindi la nostra analisi sul disaccoppiamento dovrebbe essere intesa in quel contesto (4)…
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* Report pubblicato da European Environmental Bureau, un’associazione internazionale no-profit composta da una rete europea di 180 organizzazioni ambientaliste di 38 Paesi. Il Report è sotto diritti Creative Commons https://meta.eeb.org/ about/ e la traduzione in italiano è a cura di Paginauno. Il Report è pubblicato suddiviso in tre parti: la prima è uscita sul numero 80 (dicembre 2022/gennaio 2023), questa è la seconda parte, la terza uscirà sul prossimo numero di Paginauno